NOI
Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane
Ritratti di un paesaggio
Luigi Soncini
45 anni, dugarolo nella zona di Brescello.
«Io dico sempre che noi dipendiamo dal cielo, ma mica nel senso di dio, nel senso della pioggia e delle nuvole. Perché più piove, meno dobbiamo tribulare, meno piove e più dobbiamo correre. Dico così perché faccio il dugarolo. Noi dugaroli diamo l’acqua ai contadinie li mettiamo d’accordo riguardo i tempi dell’irrigazione dei campi e la quantità di acqua che ognuno può prendere. Facciamo da tramite tra loro e il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale: tanto poi si finisce sempre intorno a un tavolo con del Parmigiano e del Lambrusco. Così l’accordo lo si trova. Noi però non irrighiamo soltanto, dobbiamo anche scolare l’acqua. Questa, infatti, è una zona bonificata. Se non ci fossero tutti i canali, saremmo ancora palude. Quando in inverno piove molto, dobbiamo correre a fare manovre di scolo, altrimenti si va sotto.
Ogni dugarolo ha una sua zona d’azione e resta quella fino alla pensione. Hai i tuoi 250-300 utenti, li conosci tutti e ti rapporti con loro ogni giorno.
Io ho sempre vissuto in campagna e il dugarolo me lo ricordo fin da bambino. Quanto a me, ho iniziato a farlo 13 anni fa, perché un amico di famiglia andava in pensione e mi ha offerto il suo posto. Prima facevo l’elettrificatore, stavo sui tralicci alti anche 100 metri. Sono passato dal cielo alla terra e sono molto contento perché lavoro all’aria aperta. Io li vedo quelli che stanno in fabbrica o davanti a un computer, sono tutti stressati, bianchi, diversi, hanno bisogno di andare in palestra, di correre. Io non ne ho bisogno. Sono felice. Chiunque vorrebbe fare questo mestiere».
“I always say that we depend on the heavens, not in the sense of God, but in the sense of rain and clouds. Because the more it rains, the less hassle we have, the less it rains the more we have run. I can say this because I am a “dugarolo”. We “dugaroli” provide water to the farmers, we get them to agree on a timetable for irrigating their fields and the quantity of water that each one can take. We act as an intermediary between the farmers and the Consortium for water reclamation in the Central Emilia area: in any case, we always end up sitting round a table with Parmigiano and a bottle of Lambrusco. That’s how we reach an agreement. We don’t just irrigate, however, but we have to drain the water too. In fact, this area has been reclaimed itself. If there weren’t all these canals, we would still be in a marshland. When it rains a lot in the winter, we have to be quick and get on with drainage measures, otherwise we would be flooded. Every “dugarolo” is responsible for an area that is his until he retires. You have your 250-300 users; you know them all, you are in contact with them every day. I’ve always lived in the country and I can remember the “dugarolo” from when I was a child. As for me, I started 13 years ago, because a friend of the family retired and offered me his post. Before this I was an “electrifier”, I was up as high as 100 metres on pylons. I’ve gone from the heavens to the earth and I am really happy because I get to work in the open air. I look at those who work in factories or in front of a computer, they are all stressed out, white and different, they need to go to the gym or go jogging. I don’t need that. I’m happy. Anyone would like to do this job.
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Noi alleviamo gli animali
Noi costruiamo comunità
Noi produciamo futuro
Noi amiamo mangiare bene
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