Samanta Malagoli

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Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane

Ritratti di un paesaggio


Samanta Malagoli
24 anni, rezdora, lavora con sua mamma alla Gramola.

«Io amo cucinare, mi è sempre piaciuto. Mi sono diplomata alla scuola alberghiera, volevo scegliere l’indirizzo in cucina, ma vista la bella presenza mi hanno spinto verso il lavoro nelle fiere, nelle reception o in sala. Però poi in cucina ci sono finita lo stesso. Era destino. L’unico problema qui è che facciamo sempre le stesse cose, mentre a me piace cambiare. Solo che la nostra clientela è piuttosto tradizionalista, posso variare poco.
Anche d’estate, quando facciamo le feste, proponiamo piatti diversi, paste fredde di vari tipi o lasagne vegetariane. Ci proviamo, ma alla fine qui vogliono sempre i cappelletti! Io però non mollo e qualcosa me lo invento sempre, un ripieno diverso, un sugo con un ingrediente nuovo.
Ci piacerebbe forse in futuro aprire una tortelleria con pochissimi posti: la Piccola Gramola.
È che voglio far conoscere i nostri prodotti, fare in modo che continuino ad avere il valore che hanno sempre avuto. Ora molti preferiscono aprire le paninoteche e quella della pasta fresca è una tradizione che si va perdendo. Anche tra i miei amici, quelli che hanno la passione è perché hanno la mamma o la nonna che fanno i tortelli in casa. Mangiare bene per loro è gustare un piatto di tortelli o di cappelletti. Chi invece non ha queste figure in casa, non sente l’importanza di questa tradizione. Che peccato. Ma ci pensiamo noi…».

«I adore cooking. I’ve always loved it. I graduated from a hotel and catering school and I wanted to specialise in cooking, but given my looks I was encouraged to work in trade fairs, receptions or halls. But I ended up cooking all the same. It was destiny. The only problem is that we always make the same things, whereas I like change. But our clientele is rather traditional and there’s only so much variety they can put up with.Nevertheless in the summer, during the holidays, we supply a selection of dishes such as cold pasta or vegetarian lasagna. We try, but in the end everyone still wants cappelletti! I never give up and always invent something, a different filling or a sauce with a new ingredient.Perhaps in the future we’d like to open a small tortelli restaurant: la Piccola Gramola.
I’d like to increase awareness of our products to ensure that they continue to have the value they have always had. Today many people prefer to open sandwich bars and the tradition of fresh pasta shops is slowly disappearing. All my friends who are passionate about pasta have caught the bug from their mother or grandmother who made tortelli at home. Good food for them means savouring a plate of tortelli or cappelletti. But if you don’t have this inspiration at home, then you fail to perceive the importance of this tradition. It’s such a shame. But that’s where we come in…».

Samanta Malagoli


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