Luigi Pinchiorri

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Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane

Ritratti di un paesaggio


Luigi Pinchiorri
62 anni, proprietario dell’agriturismo Il Mulino di Cortogno a Leguigno di Casina

«Il borgo cinquecentesco che comprende il mulino l’avevo comprato 24 anni fa. Vedevo che stava andando in rovina, ci avevo passato tanto tempo con gli amici e non potevo pensare che andasse perduto. Poi, nel 2000, ho deciso con due soci di mettere in piedi l’agriturismo e l’attività agricola. Abbiamo avviato l’orticolo, l’allevamento dei maiali, un piccolo frutteto. Abbiamo ripristinato i locali cercando di toccarli poco, ci sono ancora le scritte dei mugnai sui muri, c’è un’antica cucina cinquecentesca intatta che lascio aperta alle visite.
Da tre anni porto avanti l’attività da solo. Io sono di origine montanara: se uno non è delle montagne in montagna non ci sa stare per più di un anno. Lassù devi gestire il rapporto con la solitudine, con il silenzio e con il nulla. Perché la montagna, soprattutto adesso, è in uno stato di abbandono totale, ci vivono pochissime famiglie. E parlo di zone a mezz’ora da Reggio.
Io però non ho per niente paura, anche se poco più in alto c’è un castello dove la leggenda vuole che viva un fantasma. In realtà è un posto sicurissimo, perché i ladri non vengono. Loro sì che hanno paura.
Il mio futuro lo vedo sempre lì, magari cercando qualche novità. Mi piacerebbe realizzare un ecovillaggio, una specie di comune dove fare sperimentazione di vita sociale alternativa e attività legate alla sostenibilità. Quello sarebbe il mio sogno di gioventù, anche se arrivo fuori tempo massimo. Ma visto che sono diventato padre fuori tempo massimo, posso fare anche la comune fuori tempo massimo!».

«I had purchased the fifteenth-century hamlet with its own water mill 24 years ago. It was plainly going to ruin, I had spent so much time there with my friends and I couldn’t bear to think of it being lost. Then, together with two partners, in 2000 I decided to set up a farm, offering tourist accommodation in the farmhouse. We set up our vegetable plot, pig farm and a small orchard. We renovated the rooms to their original state, trying to leave them as intact as possible: words written by the millers are still visible on the walls and there is an ancient, fifteenth century kitchen, still intact, which I leave open to visitors. For the last three years I’ve continued with the business single-handed. I was born in the mountains myself: only someone from the mountains could resist there for more than a year. You have to deal with solitude, silence and nothing. That’s because the mountains, especially these days, have been totally abandoned, with just a handful of families living there. Don’t forget we’re talking about places just half an hour away from Reggio Emilia.Personally, I’m not at all afraid, even if just above me there is a castle which is said to be haunted. In actual fact, it’s a very safe place because thieves don’t come up that far. They’re afraid! I still see my future there; I may need to look for some innovation. I would like to create an eco-village, for example, a sort of hamlet for testing alternative social life and sustainable activities. That was my pipe-dream when I was young, although I’m getting a bit past it now. However, as I also became a father when I was a bit older, I can also create this village when I’m older!».

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