NOI
Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane
Ritratti di un paesaggio
Giuliano Davoli
61 anni, barman, cuoco e proprietario della Trattoria La Morina.
«La Morina l’ho aperta sei anni fa, è il mio ottavo locale a Reggio, ma è la prima trattoria. Prima gestivo spazi dove si veniva a bere bene. Io nasco come barman: lo sono da quando a 16 anni mia mamma mi ha fatto imbarcare sulle navi da crociera perché ero una testa matta. Uno che ci lavorava le ha detto: “Dallo a me che lo raddrizzo io”. Così ho girato il mondo. Mi sono fermato a Reggio quando ho messo su famiglia. Con mia moglie abbiamo tirato su qualche generazione di ragazzotti, li abbiamo educati a bere decentemente. Ho anche gestito un bellissimo spazio del Comune dietro ai Musei Civici. Si chiamava il Savoy estate, che sembrava un nome altisonante ma io pensavo al dialetto: “Sa voi? Me n’so mia”, che significa “Cosa voglio? Non lo so neanch’io”. Abbiamo fatto 160 concerti jazz gratis in 4 anni: una follia.
Con la Morina ho voluto un posto più adatto alla mia condizione di nonno: in realtà ora la vita è più faticosa, ma tranquilla. La nostra è una cucina con le cotture lunghe. Per il brodo ci vogliono tre ore e mezza, per la trippa pure, per lo stracotto quattro ore e mezza. E prima c’è da fare la spesa.
La trattoria l’ho dedicata alla Morina, che era mia nonna materna che lavorava come operaia alle Reggiane e sapeva cucinare da dio anche con il poco che aveva in casa. Si chiamava Valentina, detta la Morina perché era mora, piccola e cazzutissima. Da lassù starà pensando: “Dio bono, Giuliano, ci hai messo 40 anni a capire cosa dovevi fare?”. Che poi per me non è mica finito qui il discorso, ci sono progetti, me lo dice il mio naso che cosa devo fare quando è ora».
«I opened La Morina 6 years ago, it’s my eighth business in Reggio, but my first trattoria. Previously I managed businesses where the focus was on fine quality beverages. I started out as a barman: I’ve been a barman since the age of 16 when my mum sent me to work on cruise ships because I was a bit of a tearaway. A guy in the business said to her: “Give him to me, I’ll put him on the straight and narrow for you”. So I travelled the world. I returned to Reggio when I started a family. Together with my wife we raised our children and transmitted the importance of quality and responsible drinking. I also managed a fantastic Municipal property behind the Musei Civici. It was called the Savoy estate, which sounds quite grandiose, but all I could think of was dialect: “Sa voi? Me n’so mia”, which means: “What do I want? I don’t even know myself”. We staged 160 free jazz concerts in 4 years: it’s crazy.
With La Morina the idea was to create a business suited to what I have since become: a grandfather. The truth is that my life today is more tiring, but also more peaceful. Our cuisine focuses on slow cook dishes. Our vegetable broth and tripe are cooked for three and a half hours, our stracotto (beef stew) for four and a half hours. And before there’s the shopping.
I named the Trattoria in honour of Morina, my maternal grandmother, a worker at Reggiane who rustled up amazing dishes from whatever little food we had at home. Her name was Valentina, she was known as Morina because she had brown hair, she was small but had one hell of an attitude. Up there she’s probably thinking: “Bloody hell, Giuliano, it’s taken you 40 years to figure out what you wanted to do”. But there’s more, I’ve got other plans, I follow my instinct in whatever I have to do and when it’s time to do it».
MOSTRA
temi
Noi governiamo l’acqua
Noi lavoriamo la terra
Noi alleviamo gli animali
Noi costruiamo comunità
Noi produciamo futuro
Noi amiamo mangiare bene
Ritratti di un paesaggio