Andrea Bezzecchi

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Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane

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Andrea Bezzecchi
41 anni, proprietario dell’acetaia san Giacomo e Presidente del Consorzio dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia

«Nel 1994, mio fratello e io abbiamo ereditato le batterie per il balsamico di mio padre: 110 botticelle che lui curava con passione. Io avevo 20 anni, studiavo giurisprudenza, mio fratello lavorava e non sapevamo che fare di questo piccolo tesoro. Non volevamo venderlo e così lo abbiamo tenuto, in attesa di decidere qualcosa. Nel frattempo ho continuato gli studi, mi sono appassionato alla produzione del balsamico, ho iniziato a conoscere il prodotto e a vendere qualche bottiglia online. Nel 2001 mi sono laureato e ho dovuto prendere una decisione sul mio futuro. Avevo paura che trasformare una passione in un lavoro volesse dire dover scendere a compromessi. Ho comunque deciso di provarci, ma sempre sapendo che il mio obiettivo era ed è portare avanti una tradizione per consegnare a chi verrà domani questo prodotto così come l’ho ricevuto io. Sono anche diventato sommelier e assaggiatore di parmigiano reggiano perché per me esiste un filo rosso che lega i prodotti di questo territorio e quindi, più li conosci, meglio li sai tutelare.
In pochi anni abbiamo comprato una corte del Cinquecento dove abbiamo messo le botticelle, che da 110 sono diventate 700. È stata una follia, perché la ristrutturazione è costata un bagno di sangue, ma coerente con l’idea di non scendere a compromessi: non potevo produrre aceto balsamico tradizionale in un capannone. L’impostazione di un qualsiasi progetto per me prescinde dal calcolo del guadagno: il successo economico deve essere la conseguenza di un’iniziativa fatta con passione e serietà. Ora, dopo 15 anni, posso dire di aver avuto ragione».

«In 1994, my brother and I inherited the batteries for the production of Balsamic vinegar from my father: 110 small vats that he took passionate care of. I was just twenty and a law student, while my brother already had a job, and we had no idea what to do with this small treasure. We didn’t want to sell it, so we held onto it, until we came to any decision. I completed my studies in the meantime, and also became passionate about the production of balsamic vinegar; I began to learn about the product and to sell a few bottles on-line. In 2001 I graduated and had to take a decision for my future. I was afraid that transforming a passion into a career would mean stooping to compromises. I decided to try nonetheless, always knowing that my goal was to carry forward a tradition, in order to leave this product to my own offspring, just as it was passed on to me. I also became a sommelier and a professional taster of Parmigiano Reggiano. I believe, in fact, that there is a leitmotif that connects the products of this land, so the more you know them, the better you can protect them.
In just a few years we purchased a fifteenth-century farm, where we stored the vats that went from 110 to 700. It was really crazy because the renovation work cost an arm and a leg, but it followed our goal not to stoop to compromises: I couldn’t produce traditional Balsamic Vinegar in a hangar. The work behind any project in my mind is a matter of calculating the potential earnings: economic success should be the consequence of an initiative carried out in a passionate, earnest manner. Today, after 15 years, I can say that I was right ».

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