Cenni di storia
È uno dei pochi veri vitigni autoctoni italiano. L’unico non trasformato dal tempo e non trasportato nei secoli.
Il vitigno selvatico è antichissimo, era già noto nel II secolo a.C. Nel medioevo la viticoltura reggiana ha vissuto un forte sviluppo che non ha mai avuto vere regressioni fino a oggi.
All’inizio del Novecento nascono le prime strutture cooperative tra viticoltori. Dal 1971 il Lambrusco reggiano è a denominazione d’origine controllata.
Caratteristiche generali
Vino vivace, giovane e fresco, profondamente fruttato, che conserva il profumo dell’uva appena colta. Per trattenere la spuma, va imbottigliato dentro a bottiglie di vetro chiuse con un tappo in sughero a tenuta stagna, quello tipico per lo spumante. È l’unico vino non spumante a poter utilizzare il tappo a fungo. Il comune a più alta intensità di vigneti è Correggio, culla del Lambrusco Salamino. In provincia di Reggio Emilia, nella denominazione Reggiano Lambrusco DOC sono vinificate le varietà: Salamino, Sorbara, Maestri, Marani, Montericco e Ancellotta.
Per quanto riguarda la DOC Colli di Scandiano e di Canossa (riconosciuta nel 1971), invece, le tipologie previste dal disciplinare sono Lambrusco Grasparossa e Lambrusco Montericco.
I numeri del Lambrusco
9,50 vol.: è la gradazione alcolometrica minima che deve avere il Lambrusco.
95: è la percentuale di uva che a Reggio Emilia è trasformata da cantine cooperative.
180 milioni: è il numero di bottiglie di Lambrusco imbottigliate nel 2014: il Lambrusco è il vino italiano più venduto nella distribuzione moderna.
7.100: gli ettari coltivati in provincia di Reggio Emilia.
3.043: i viticoltori a Reggio Emilia. Quando si parla di viticoltura si intende coinvolta nel processo produttivo tutta la famiglia, non solo l’addetto.
1971: l’anno in cui il Lambrusco è diventato DOC
La produzione
Per duemila anni la tecnica di produzione del Lambrusco è rimasta sostanzialmente immutata e fondata sull’estrazione del succo dal frutto e sulla sua spontanea fermentazione.
È stato l’avvento della bottiglia di vetro e del tappo a tenuta stagna a dare una prima svolta al lambrusco, aumentandone la durata.
1- Selezione delle uve
Devono essere sane e vanno poi separate le varietà dei diversi Lambruschi.
2- Pigiatura
Oggi si fa con macchine che esercitano una pigiatura soffice, meno brutale di una volta.
3- Fermentazione
La si ottiene o durante l’elaborazione del vino base o nella fase di presa di spuma in recipiente chiuso
4- Conservazione
5- Presa di spuma
L’anidride carbonica è componente fondamentale per il Lambrusco. La si ottiene in due modi:
o attraverso una rifermentazione naturale del vino base, ma in questo caso il vino è più opaco e con fondo (è il 5 per cento dell’intera produzione),
o aggiungendo anidride carbonica esogena (è il 95 per cento della produzione): si ripone il vino base in autoclavi dove vengono introdotti lieviti naturali selezionati che, combinandosi con gli zuccheri presenti, danno origine alle bollicine. Questo metodo dal punto di vista commerciale offre molti vantaggi, primo dei quali poter imbottigliare a diverse riprese nell’arco dell’anno ottenendo così vini sempre giovani.
6- Imbottigliamento
LAMBRUSCO
UVA SOLE SOLFITI
[separator]Nome in dialetto – In local dialect: caplèt
Te magnè i caplèt adesa tè bev anca al brod
Negli eventi bisogna essere pronti ad accettare gli avvenimenti positivi che negativi.
in any situation, you must be prepared to accept the positives and negatives.
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