Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara

Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara
Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara

Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara

c.so Garibaldi, 44
42121 Reggio Emilia

Dopo vari secoli i pellegrini sono riapparsi nel convento della Beata Vergine della Ghiara, la cui fondazione è avvenuta nel 1313, anno in cui l’Ordine religioso dei Servi di Maria si è installato a Reggio.
Il ritorno è iniziato a partire dalle celebrazioni del Giubileo del 2000 per le quali il Chiostro maggiore del convento con il suo ostello, capace di accogliere 100 persone (entrata in via Guasco), è stato inserito nel piano nazionale delle “Vie del pellegrino” e che un apposito finanziamento ha permesso al Comune, che ne è proprietario, di ristrutturare. Il recupero del Chiostro si inscrive in un più vasto e articolato progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell’intero complesso formato dalla Basilica e dal Convento dell’Ordine dei Servi di Maria.

La costruzione del Chiostro grande – esisteva già il Chiostro piccolo – avvenne in realtà nel 1715, con l’esigenza di ampliare il complesso conventuale, in quanto la costruzione della grande Basilica della Ghiara come la conosciamo ora, aveva ridotto drasticamente il resto della struttura. La rivoluzione napoleonica nel 1797 porterà alla soppressione del convento che si frammenterà in una pluralità di funzioni.
Il convento e i suoi chiostri subiranno ancora alterne vicende prima di diventare di proprietà della Municipalità nel 1868, che vi realizzerà un forno cooperativo in beneficio dei poveri e renderà disponibile un gran numero di camere del convento per una nuova scuola elementare. Centotrenta anni dopo la soppressione napoleonica, i Servi di Maria otterranno il permesso di tornare ad alloggiare nell’edificio.
Con la ristrutturazione del Chiostro maggiore, viene ripristinata l’antica funzione di accoglienza propria dei conventi (progetto preliminare architetto Mauro Severi; direzione lavori ingegnere Daniele Pecorini). La bellezza del Chiostro grande, che era stata nascosta dalla frammentazione degli spazi e dalla molteplicità degli usi avvicendatesi nel corso dei secoli, riemerge, così come l’armonia delle forme nella sua integrità. E’ tornato a splendere il lungo porticato, con il suo selciato, che delinea il perimetro del piano terra; così come l’alta valenza architettonica e la qualità scenica di alcune aree, tra cui il nobile scalone principale di fattura settecentesca e lo scenografico corridoio del primo piano, che sono utilizzati anche per attività culturali ed espositive. Più di 18 chilometri di tubazioni serpeggiano ora fra le strutture dell’antico convento, permettendo la più completa fruizione, secondo le moderne esigenze, di tutto il complesso.

 

L’impianto illuminotecnico scenografico
volto a valorizzare il Santuario della Beata Vergine della Ghiara
è stato realizzato grazie a