Reggio Emilia in età tardoantica e medievale

Reggio Emilia in età tardoantica e medievale


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Nonostante le invasioni barbariche, la graduale dissoluzione dell’impero romano e l’avvio di un periodo di forte instabilità politica e sociale, la città – che le fonti ricordano ora col nome di Lepidoregio – continua a vivere.
L’attività edilizia prosegue e si realizzano ancora edifici di pregio creati ex-novo in questo secolo con ricchi pavimenti a mosaico colorati (scavi della Cattedrale).
In Piazza della Vittoria, sulle rovine della domus, viene costruita una nuova casa, dotata di un portico sul lato a nord; le pareti avevano solo il basamento in laterizio mentre l’alzato era in legno o argilla e i pavimenti in semplice terra battuta, più raramente in laterizi.
I materiali recuperati ci forniscono uno spaccato della vita quotidiana: una lucerna (n. 76), un paio di tenaglie (n. 77), o di ornamento personale (come la fibula n. 75), oltre a vasellame per uso domestico (n. 78).
La città di Reggio continua a vivere ininterrottamente anche dopo il crollo della potenza romana e la sua vitalità economica è dimostrata dalla grande quantità di monete tardoantiche – la prevalenza – rinvenute durante gli scavi sia di Piazza della Vittoria che di Palazzo Busetti.

Anche per l’età medievale disponiamo ora di nuove informazioni relative agli sviluppi della vita in questo quartiere cittadino. Si documentano edifici con fondazioni in ciottoli riferibili a case-torre, di cui a Reggio sopravvivono pochi esempi (torre del Bordello e torre dei Sessi) e simbolo del potere delle nobili famiglie reggiane. I reperti sono oggetti di uso quotidiano, tipici delle fasi insediative tra alto e basso medioevo (VIII – XIII secolo): interessante è una pentola in pietra ollare con tracce della cerchiatura in metallo (n. 101), olle e pentole con prese forate per la sospensione sul fuoco (nn. 102-103).

La fine di questo quartiere urbano sarà segnata dalla decisione di Luigi Gonzaga di costruire la Cittadella, causa della demolizione, iniziata a partire dal 1331, del convento e di molte case della zona.


La mostra