Noi e gli Este-Il 500

Secolo cruciale caratterizzato dalla figura di Carlo V, deciso a creare una unità politica in Europa, e dall’espansione geografica con conseguenti conflitti con i nuovi popoli.
Nella casata estense Ercole I, Duca di Ferrara, Modena e Reggio riesce a intrecciare relazioni con le grandi potenze europee grazie ai matrimoni: sposa Eleonora d’Aragona, mentre il figlio Alfonso I sposerà prima Anna Maria Sforza e poi Lucrezia Borgia. Alfonso I, “duca artigliere” grande esperto d’armi da fuoco, si allea con Carlo V favorendone la discesa verso Roma.
Un secolo di armi e di battaglie dunque, caratterizzato da frequenti lotte intestine tra famiglie.
Ma anche secolo di mecenatismo e cultura artistica: l’invito a corte di Tiziano, Dosso, Giovanni Bellini, a Reggio la presenza di Ludovico Ariosto e del Correggio fino agli interventi urbani di Ercole II che promuove la ricostruzione delle mura cittadine secondo criteri più moderni.


Denominato “principe artigiano”, Alfonso I d’Este apre a Ferrara diverse fonderie nelle quali realizza armi da fuoco da lui progettate.
Sotto la sua guida l’artiglieria ferrarese diventerà una delle più forti d’Europa, tanto che grazie ai falconetti da lui consegnati ai Lanzichenecchi questi ultimi ebbero la meglio sulle truppe papali e  su Giovanni dalle Bande Nere, come narra il film Il mestiere delle armi.
Reggio vanta una lunga tradizione nella produzione di spade e finimenti per cavalli. Fin dal Trecento i fabbri d’arme avevano botteghe nella contrada detta degli Spadari. Lavoravano armi d’uso e da parata, stimate per la tempra della lama, la bellezza dell’intaglio e la finezza del cesello. Nel Quattrocento il settore crebbe, alimentato dal lusso che si ostentava negli ornamenti equestri e guerreschi, maglie, corazze, elmi, morioni e spade. Gli armaioli reggiani erano particolarmente famosi per le decorazioni. Giovanni di Bonaiuto nel 1437 fu chiamato alla corte ferrarese da Leonello. Nel 1520 maestro Nicolò, abile nella realizzazione di morsi e speroni, si trasferì a Mantova presso Isabella d’Este e poi in Francia. Uno degli armaioli più famosi del Seicento è stato Pietro Ancini (1616-1672) le cui opere si conservano al Bargello, al Metropolitan e al Musée de l’armée di Parigi.


Il 19 novembre 1502 Alberto Cantino, emissario ducale estense, avvisa Ercole d’Este di aver lasciato a Genova il planisfero richiestogli. L’importante mappa riproduce la costa brasiliana decorata da una rigogliosa natura e da pappagalli dai colori brillati. Il cortigiano, impersonato da un costume di corte del Cinquecento, guarda con curiosità il nuovo mondo popolato da animali fantastici e abitanti vestiti di piume e ornati da diademi. Muniti di bussole, taccuini, carte geografiche e preziosi bauli da viaggio, i Conquistadores, protetti da opulente armature, importarono in Occidente oggetti preziosi, come la bellissima amaca, che ancora oggi testimoniano la cultura delle popolazioni amazzoniche. Sullo sfondo tre fotografie di Fabian Albertini riecheggiano alla foresta amazzonica di oggi.


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