La sezione Archeo logos narra la storia dell’uomo nel territorio di Reggio Emilia attraverso un flusso cronologico ininterrotto dalla preistoria al medioevo e si articola in due ambienti tra di loro perpendicolari.
Ci si muove al buio, in un sottosuolo che richiama la dimensione dell’archeologia in cui solo gli oggetti ricevono luce, perché sono il fulcro da cui si dipana questo racconto. I reperti archeologici dentro le teche sono posti in relazione a oggetti delle altre collezioni dei musei: animali imbalsamati, fotografie, testimonianze di altre culture, opere d’arte entrano nella storia e ne restituiscono la complessità, mentre sui fondali bianchi trovano spazio episodi di continuità tra passato e presente. Sulle vetrate, scritte ispirate al cinema inquadrano singoli capitoli del racconto, mentre attraverso i cerchi lo sguardo cattura il tema del sacro. Nelle sale laterali al primo corridoio si inseriscono alcuni approfondimenti, che richiedono piccole deviazioni dal discorso principale.
L’incipit di questa storia parte da tre suggestioni principali. Nel 2008, per la Fondazione la Triennale di Milano, Olmi realizza un documentario dal titolo I Grandi Semplici. Si tratta di un tributo a homo Faber, alla capacità dell’uomo in ogni epoca di creare oggetti, quelli del vivere quotidiano forgiati dalle menti creative e plasmati dalle mani di artigiani anonimi. L’Orso delle caverne evoca un tempo lontano in cui l’animale era nemico dell’uomo cacciatore, sul suo cranio passano immagini di un paesaggio ostile, quello in cui si è giocata la lotta tra l’uomo e la fiera per l’affermazione sul territorio.
Sulla prima vetrata è riprodotta l’effige della placca posizionata a bordo della sonda Pioneer 10, tra i primi veicoli ad essersi avventurati, all’inizio degli anni 70, verso le regioni esterne del sistema solare. Il messaggio era diretto ad intercettare forme di vita extraterrestre. Le figure di un uomo e di una donna e la posizione della Terra erano destinate a dare un messaggio molto preciso: chi siamo e da dove veniamo. Il nostro racconto inizia da qui….