In posa

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Lo studio anatomico del corpo umano è sempre stato al centro dell’interesse degli artisti di tutti i tempi. La riscoperta dell’antichità classica e la centralità dell’uomo nel Rinascimento hanno sancito il primato della figura umana, che a partire dal Quattrocento viene studiata e analizzata con nuovo sguardo scientifico.

L’interesse per le attitudini dei corpi umani e per le movenze animate da diverse passioni venne teorizzato nei trattati di Leonardo e Leon
Battista Alberti. Nelle botteghe fiorentine della metà del Quattrocento i garzoni si esercitano nel disegno dal vero, e precisamente da modelli “in posa”,
preferibilmente maschili, nudi o vestiti. Non sono disegni preparatori, ma pure esercitazioni grafiche ripetute con piccole varianti attraverso le quali l’artista indaga e approfondisce la struttura anatomica del corpo umano: in riposo, in tensione muscolare, nella correlazione tra corpo e panneggio soprastante. Si tratta del Disegno di figura, pratica necessaria ai giovani artisti per raggiungere la padronanza della rappresentazione delle proporzioni umane. L’impostazione teorica classicista che individua nella scultura antica e nei maestri del Rinascimento i prototipi da imitare anche attraverso l’esecuzione di copie (da stampe, calchi o gessi) caratterizzò la pratica accademica dal XVII al XIX secolo in Italia e in Europa.
La maggior parte degli Studi di nudo esposti proviene dal Liceo Istituto d’Arte Chierici di Reggio Emilia, fondato nel 1797 e aperto ufficialmente nel 1804 come Scuola Comunale di Belle Arti. Le esercitazioni dal vero di nudo, copie da modelli in posa definite nell’Ottocento accademie, coprono un lungo arco temporale dai primi decenni dell’Ottocento agli inizi del Novecento, attraversando le diverse stagioni artistiche del Neoclassicismo (Prospero Minghetti, Cosmo Cosmi), del Romanticismo (Domenico Pellizzi, Alfonso Chierici e Adeodato Malatesta), del Verismo (Gaetano Chierici), fino al Simbolismo (Augusto Mussini).
I rimandi continui tra tradizione e innovazione, tra neoclassicismo e simbolismo contraddistinguono poi la serie dei “Putti” e quella delle “Danze”, in un sorprendente fil rouge tra il segno accurato di Minghetti, l’eleganza già estenuata delle forme di Costetti e il tratto sintetico di Sartorio.
Anche l’esercitazione didattica su singole parti anatomiche caratterizza la formazione degli artisti dal Rinascimento in poi, come mostra – nella vetrina -l’affiancamento tra uno Studio anatomico di braccio di epoca cinquecentesca e probabilmente di ambito veneto, e lo Studio anatomico di braccia del reggiano
Domenico Pellizzi (1818-1875). Mentre il Nudo maschile stante, fortemente stilizzato, del senese Alessandro Casolani (1552/53-1607) dialoga, nella posa
delle braccia alzate, con l’interpretazione del nudo già pienamente libera da ogni condizionamento accademico nell’icastico tratto novecentesco di Pirro Cuniberti.


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