Columnae Herculis:
architetture di confine e strategie urbanistiche militarizzate
di Saverio Cantoni
dal 6 Maggio al 10 Luglio
Galleria Parmeggiani, c.so Cairoli 2
a cura di Giovanna Calvenzi
La ricerca di Saverio Cantoni affronta le strategie architettoniche e urbanistiche che coinvolgono la costruzione e il mantenimento del confine meridionale della zona demilitarizzata tra le due Coree.
Cantoni segue le barriere costruite lungo questo tracciato attraversando tre ecosistemi principali: ambiente marittimo, delta fluviale e terraferma. Suo obiettivo è studiare le tipologie architettoniche sviluppate per dare fisicità al confine più militarizzato al mondo.
La DMZ (zona demilitarizzata) attraversa la penisola coreana – come stabilito dagli accordi internazionali del 27 luglio 1953 – e si estende per 2 km. su ciascun lato del confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Il margine esterno della DMZ è caratterizzato da doppie recinzioni che impediscono l’accesso alla zona dove corre il confine vero e proprio, confine che diventa quindi invisibile, oltre linee invalicabili.
La brillante definizione coniata da Yehre Suh descrive il confine come imagined border nella sua drammatica dissoluzione visiva resa possibile solo grazie a imponenti opere infrastrutturali. Questo confine rappresenta una delle ultime vestigia della guerra fredda, sviluppato secondo parametri che conservano gli apparati estetici dei due opposti modelli economici che hanno segnato profondamente la storia del XXI secolo.
La ricerca di Cantoni vuole essere un contributo per un più ampio laboratorio artistico internazionale che prenda posizione a favore dell’unificazione e della ratifica di un accordo di pace bilaterale e definitivo tra la Repubblica Democratica Popolare di Corea e la Repubblica di Corea.
Saverio Cantoni
Saverio Cantoni vive e lavora a Berlino. La sua ricerca si esprime principalmente attraverso visual media.
Laureato in architettura, ha discusso una tesi in Estetica con il Prof. Marco Vallora e i contributi di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Guido Guidi e Mimmo Jodice.
Ha collaborato con Armin Linke e ha fatto parte del team di ricerca di “The Anthropocene Project” presso la Haus der Kulturen den Welt di Berlino. Successivamente ha collaborato con Attilio Maranzano sviluppando saggi fotografici con numerosi artisti tra cui Jan Fabre, Cristina Iglesias, Carsten Höller e Paola Pivi. Oggi collabora attivamente con Tomàs Saraceno allo sviluppo di progetti visual media.
La ricerca di Cantoni assume le pratiche artistiche come strumento di indagine dei sistemi sociali, per un’antropologia visuale sviluppata a partire dal paesaggio antropizzato.
Suoi lavori sono stati esposti al MAXXI di Roma e alla XIV Biennale di Venezia.
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