Un’occasione per far conoscere le iscrizioni reggiane a un gruppo internazionale di studenti e studiosi
Collaboratrice dei Musei Civici di Reggio Emilia, Valentina Uglietti è laureata in Lettere e Archeologia con una tesi che ha avuto come oggetto di studio alcune epigrafi funerarie romane del museo reggiano.
Seguendo i suoi interessi relativi alla comunicazione del patrimonio antico, nel 2019 ha iniziato il dottorato presso l’Università di Bologna in “Scienze Storiche e Archeologiche. Memoria, Civiltà e Patrimonio” e svolge la sua ricerca nell’ambito della musealizzazione e divulgazione del patrimonio epigrafico: esamina quindi come i reperti che presentano iscrizioni antiche vengono esposti e raccontati ai visitatori nei musei. Fra le azioni sperimentate, durante il periodo di lockdown generato dalla emergenza Covid-19, ha collaborato con lo staff Comunicazione dei Musei Civici alla scrittura di due mostre virtuali per il progetto internazionale Google Arts & Cultures.
Recentemente è stata coinvolta come trainer nell’ambito di un importante workshop internazionale che si è tenuto – tra 26 al 29 gennaio 2021 – presso il dipartimento di “Storia Culture Civiltà” dell’Università di Bologna sia in presenza che online ed è di questa sua esperienza che le chiediamo di parlarci:
Partecipare a un progetto internazionale, di cosa si è trattato e come è nata l’occasione per svolgere un workshop che riguardasse le epigrafi reggiane?
Il Digital Greek and Latin Epigraphy Workshop è stato il primo evento del progetto ENCODE: un partenariato strategico triennale (2020-2023) Erasmus+, finanziato dall’Unione Europea, che conta sei partner tra i quali l’Università di Bologna. Alla base del progetto c’è, come sempre, un “problema” da risolvere: all’interno delle scienze che si occupano delle scritture antiche esiste un grande divario tra le competenze tradizionali umanistiche e le skills informatiche e digitali che servono per fare ricerca, insegnare e lavorare nel campo. Lo scopo del progetto è costruire un “ponte” per mettere in comunicazione i due tipi di competenza.
A gennaio si è tenuta la prima conferenza internazionale del progetto, cui è seguito un workshop rivolto a studenti e studiosi di epigrafia latina e greca. Nel corso del workshop docenti e specialisti hanno presentato esperienze concrete di lavoro e i partecipanti hanno potuto esercitarsi su casi di studio nell’ambito dei progetti EDR-EAGLE e dello standard Epidoc.
Io sono stata coinvolta come trainer nella prima giornata, dedicata all’Epigraphic Database Roma (EDR). È stata una esperienza estremamente formativa per me e per questo sono grata agli organizzatori del workshop, alle professoresse Alice Bencivenni (UNIBO) e Silvia Orlandi (UNIROMA1), alla professoressa Daniela Rigato e alla dottoressa Manuela Mongardi (UNIBO) che mi hanno voluta coinvolgere.
In particolare in cosa è consistito il tuo lavoro e come è stato svolto date le misure per il contenimento del contagio da Covid-19?
È necessario fare una premessa. EDR è un database online che contiene quasi 10.000 schede di iscrizioni romane: uno strumento utilissimo anche in tempi “normali”, ma che si è rivelato particolarmente necessario in quest’ultimo anno nel quale le Università e le Biblioteche sono state spesso chiuse. Dietro a questo enorme progetto ci sono decine di schedatori che, unendo la loro opera al lavoro di supervisione e coordinamento dei responsabili, contribuiscono a far crescere il numero di iscrizioni disponibili online. L’esercitazione non aveva quindi il solo scopo di raccontare il progetto, ma di mettere i partecipanti nelle condizioni di poter lavorare attivamente creando nuove schede. A ognuno di loro è stato dato un account per accedere al database e un dossier con tutte le informazioni (fotografia, articoli di bibliografia) per schedare due epigrafi. Si è scelto di lavorare sulle epigrafi romane di Bologna e di Reggio Emilia. Il mio compito, oltre al supporto nel corso delle esercitazioni, era quello di presentare il lapidario dei Musei Civici di Reggio Emilia: raccontarne la storia e presentarne le epigrafi più interessanti, in modo da fornire ai partecipanti qualche informazione di contesto. Non potendo portare i partecipanti di persona in museo, mi sono attrezzata diversamente: ho prodotto un breve video di visita virtuale al lapidario e ho mostrato la pagina dei Musei sulla piattaforma Google Arts & Culture. Anche per il Museo Civico Archeologico di Bologna è stato realizzato un video analogo.
È vero che niente può sostituire la visita dal vivo, con tutte le emozioni che può suscitare, ma è altrettanto vero che grazie a questa forma di didattica online è stato possibile accogliere studenti e studiosi da diversi paesi del mondo e far loro conoscere una realtà come quella di Reggio Emilia, con la speranza sempre viva che questo sia da stimolo per un futuro ritorno in carne e ossa!
Quali sono gli sviluppi futuri?
Al momento una grande parte del patrimonio epigrafico di Reggio Emilia è già presente su EDR, grazie a un lavoro di schedatura iniziato nel 2018 condotto sotto la supervisione del professor Mennella, cui si sono aggiunte le schede inserite in occasione del workshop. Tra i miei prossimi passi ci sarà il completamento di questo lavoro con l’inserimento delle iscrizioni mancanti e la revisione delle schede dei reperti epigrafici presenti nel Catalogo online delle collezioni archeologiche dei Musei Civici. Questo prezioso strumento infatti permette a tutti gli interessati di conoscere singolarmente gli oggetti conservati nel museo e viene annualmente implementato con nuovi record. La mia intenzione è di inserire nel campo “Bibliografia” di ogni scheda anche il numero identificativo della scheda EDR, che in un grande numero di casi rimanda con un link al sito dei Musei. In questo modo i due database possono virtualmente “parlarsi” fornendo a tutti gli utenti il maggior numero di informazioni possibili su ogni epigrafe reggiana.
Volete fare una prova? Cliccate su questo link: e inserite nel primo campo di ricerca, che si chiama “schedae numerus” il codice EDR130702.