I cinque incontri che costituiranno il ciclo Le stanze del tempo non devono essere pensati soltanto come una serie di conferenze sul tema dei musei, quanto come un percorso, un itinerario che dovrà condurre all’interno della questione espositiva, declinata però totalmente verso il visivo. Non sorprenderà allora che si sia pensato di allestire, accanto e in concomitanza con le singole conferenze, un’installazione ad hoc. Essa fornirà spunti e suggestioni che, intrecciandosi con i temi degli incontri, si modificherà da un appuntamento all’altro, delineando un itinerario visivo sollecitato dai contenuti degli interventi e dal dibattito che li accompagnerà. Un racconto che si snoderà nel tempo, misurandosi visivamente con lo spazio di una stanza, anticipando e seguendo i temi trattati, raccogliendo ulteriori indicazioni, modificandosi e arricchendosi di mano in mano. Questo renderà visibile il modo peculiare di lavorare e di intendere questo ciclo, come un percorso e un confronto di argomenti e punti di vista, una costruzione in progress, piuttosto che l’illustrazione di un progetto prestabilito.
Oggetti, immagini, parole, informazioni cercheranno il loro posto all’interno di un ordine che non potrà più essere lineare e analogico, ma cercherà altre modalità, altre relazioni, regole, quelle che forse sono in grado di corrispondere meglio all’idea di un pensiero sulla contemporaneità. Il percorso ha inizio dalla sala di lettura che propone alcuni dei testi che affrontano le riflessioni degli autori delle conferenze, una proposta che si arricchirà appuntamento su appuntamento, aperta a chiunque voglia implementarla o suggerire nuove letture. Il panorama narrativo di Michele Graffieti mostra la complessità delle relazioni culturali che i Musei Civici di Reggio Emilia incarnano attraverso i loro protagonisti, mentre il video Costellazioni di Gualtiero Venturelli accompagna il percorso attraverso le collezioni in un libero rimando tra oggetti e testimonianze di diversi periodi e ambiti culturali. Nell’ allestimento site-specific di Pietro Mussini, la griglia metallica esprime proprio questo bisogno di ordine, l’illuminazione è un invito alla concentrazione, la disposizione dei materiali risponde a una ricerca non scontata, non basata sul precostituito, gli stessi vuoti aprono all’afflato e alla tensione di ciò che verrà, gli spostamenti sono il desiderio di cercare nuovi accostamenti. Quello che si viene a proporre è dunque un allestimento attivo, vivente, quale ci auguriamo sia anche il senso e il risultato di questa operazione. Un accompagnamento del percorso secondo il quale sono stati strutturati gli incontri. La ricerca di un contributo a un dibattito complesso e ambizioso, che contiamo tuttavia possa interessare e coinvolgere tutti coloro che vi vorranno partecipare.
Elio Grazioli
Riccardo Panattoni