#IspirazioneMuseo / Ali Beidoun

Ali Beidoun è un film maker, regista teatrale e sound designer, originario di Beirut e vive a Reggio Emilia. Nei suoi lavori ha sempre adottato un linguaggio multidisciplinare coinvolgendo vari strumenti multimediali, arti performative e componenti teatrali. Ha collaborato con diverse realtà artistiche tra Libano, Europa e Stati Uniti, sia a livello istituzionale che privato. Oltre ai cortometraggi e ai progetti teatrali che ha realizzato negli ultimi quindici anni, ha anche collaborato con artisti internazionali: come visual artist, con Tania El Khoury, insieme alla quale ha partecipato a numerosi festival quali “Spielart” in Germania, “AntiFestival” in Finlandia o presso il Mucem di Marsiglia e al Watermill Center (Robert Wilson Foundation) di New York; oppure, come performer e sound designer, con la compagnia “4120.Corps” (Francia e Belgio) che si occupa di danza e teatro; oppure, ancora, con la partecipazione di un suo lavoro di video arte nell’installazione di Brian Eno al music center di Los Angeles per l’album “Mixing Colours” (Deutsche Grammophon). Attualmente sta collaborando con i Musei Civici di Reggio Emilia per documentare tutto il percorso compiuto dal progetto Di cosa hai paura? Con-tatto di parole, immagini, suoni (*) e dunque ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda e saperne di più su di lui e sul suo lavoro.

Potresti raccontarci qual è stato il tuo percorso formativo?

La mia formazione inizia con una laurea di Performing Arts all’accademia di Belle Arti di Beirut nel 2006, una formazione universitaria che copre recitazione, danza, regia teatrale e video arte. Allora ero già molto interessato alle arti digitali e all’uso delle nuove tecnologie in un contesto teatrale, cosa che mi ha spinto a realizzare una tesi sulle scenografie virtuali: era il 2006 e quindi ancora prima dell’attuale mondo delle Virtual Realities che conosciamo e che si sta sviluppando oggi. Poco dopo ho deciso di estendere la mia formazione al mondo del cinema, mi sono traferito a Bologna dove ho fatto degli studi teorici di cinema al DAMS.

Ritengo però che la mia formazione non debba limitarsi al percorso accademico e quindi mi trovo sempre in uno stato di apprendimento, un approccio che mi ha spinto negli ultimi anni a esplorare il mondo della sound art e della musica elettronica, facendo un corso di composizione musicale a Bologna e sperimentando sempre di più nell’ambito del mondo del suono nei miei progetti sia teatrali che filmici.

Ci sono state esperienze lavorative che ricordi particolarmente significative? E come è stato lavorare insieme a un museo?

In qualche modo ogni esperienza artistica mi diventa particolarmente significativa, perché spesso cerco di non imporre un linguaggio preciso in un progetto artistico e lascio che qualsiasi nuova collaborazione mi diriga verso nuovi approcci sperimentativi, giocando con gli elementi che si sono stratificati nel mio bagaglio artistico durante gli anni.

Di conseguenza ogni progetto nel quale mi trovo coinvolto risulta unico e particolarmente significativo in quanto rappresenta un punto di esplorazione e a volte anche un punto di svolta nel mio percorso.

Mi sento di dire lo stesso sulla mia esperienza con il museo, che reputo stimolante e di grande ispirazione. Ai Musei Civici di Reggio Emilia sto collaborando al progetto Di Cosa Hai Paura?, al quale l’artista Alice Padovani mi ha chiesto di contribuire con un lavoro filmico, lasciandomi uno spazio di grande libertà di espressione sia come approccio che come layout finale.

La cosa che rende il tutto particolare è proprio il percorso che ho subito affiancando Alice con il suo processo creativo. Questo percorso nasce tutto dalla voglia di documentare l’andamento del progetto ma, trattandosi di un tema abbastanza intimo e soggettivo, cioè la paura, il mio lavoro è diventato introspettivo, perché a un certo punto la paura tocca tutti noi.

Così mi sono trovato nel bel mezzo di una indagine riguardante tutto il vocabolario delle paure e non ho potuto ignorare gli effetti che questa esperienza ha avuto su di me, grazie ai contributi di tutti i partecipanti. Quindi nella presentazione audio-visiva “Extraneous”, che vedrete il 21 maggio al Palazzo dei Musei in occasione della Giornata Mondiale della Diversità Culturale, spero che si percepisca questo viaggio dal pubblico al privato, dalla call “DRIS” a una mia personale “paura”.

E adesso quali progetti hai per il futuro?

I progetti per il futuro sono tanti, dato che sono in costante ricerca per potermi esprimere ed esplorare nuovi strumenti, unendoli a quelli che possiedo già.

Ultimamente mi trovo in un punto sereno per definire il mio “identikit artistico”, finalmente dopo anni di coinvolgimento nei vari settori del teatro, cinema, e sound, posso dire che questi settori si stanno sommando per definire quello che faccio, cioè “performing art”. Ho iniziato dal teatro e al teatro sto tornando.

Attualmente sto sviluppando un mio progetto teatrale che si chiama TRIGS insieme a Nancy Naous con la quale stiamo mettendo le basi per un nuovo collettivo tra Francia e Italia che si occupa di performing arts e cinema, nonché la realizzazione di un documentario abbastanza impegnativo di cui non voglio svelare ancora il tema.

Sempre quest’anno ci sarà l’uscita del nuovo film di Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli, nel quale sto lavorando come direttore della fotografia e per il quale abbiamo eseguito delle riprese in numerose città italiane e a Berlino.

Ali Beidoun

 

Georgia Cantoni

(*) Di cosa hai paura? Con-tatto di parole, immagini, suoni è un progetto di Comune di Reggio Emilia / Musei Civici di Reggio Emilia | Fondazione Mondinsieme | Abreer-Associazione dei Burkinabè di Reggio Emilia | Coro Interculturale di Reggio Emilia APS | AGE–Associazione Giovani Europei | Associazione dei volontari ucraini in Italia – АВУІ | Associazione Maliana Badegna | Diaspora Ivoirienne d’Emilia-Romagna | Museo Gemma – Unimore | Casa delle Culture di Modena | Accademia Valdarnese del Poggio | Associazione TEFA Colombia ODV di Modena | Silvia Rossi