La legge del 1904 sui manicomi e gli alienati

La legge del 1904 sui manicomi e gli alienati

A fine secolo in Italia c’erano 124 strutture dedicate all’assistenza psichiatrica, di cui 43 manicomi pubblici. Ma ancora non esisteva una legge che regolamentasse, unificandole, le diverse realtà, pubbliche e private. Ogni istituzione si governava in autonomia, sia dal punto di vista sanitario che da quello amministrativo.
Nel febbraio 1904 viene promulgata la Legge che porta il nome del Ministro dell’Interno dell’epoca, Giovanni Giolitti. In questo modo per la prima volta lo Stato unitario si dotava di una legge organica che regolamentasse la materia psichiatrica.
Gli istituti manicomiali erano chiamati a svolgere un ruolo sempre più repressivo ed emarginante, a causa della connessione che la legge stabiliva tra malattia mentale e pericolosità sociale: aumentarono così anche i ricoveri e, al San Lazzaro come negli altri stabilimenti, crebbe il numero dei padiglioni destinati ad ospitarli.
Se da un lato la Legge connotava in modo molto netto la psichiatria nel suo mandato di controllo sociale, dall’altro sanciva in modo altrettanto netto la delega al Direttore del Manicomio, che aveva il potere di decide in quasi autonomia ingressi e dimissioni, vale a dire della salute e del destino sociale di molte persone. Già allora vi fu, fra i giuristi, chi criticò questa legge per il rischio per le libertà personali dei cittadini.
La legge 36 del 1904 è rimasta in vigore fino al 1978.

1902 Relazione della Commissione Belmondo sullo stato dell’Ospedale Psichiatrico di San Servolo (Ve)
1904 Promulgazione della Legge Giolitti, prima legge organica dello Stato Italiano in materia psichiatrica