Filippo Tarchiani (Castello, Firenze 1576 – Firenze 1645) – La gara di Apollo e Pan – Prima metà XVII secolo – Olio su tela, cm. 225 x 164
Il tema è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio: la gara musicale tra Apollo, impegnato col violino e Pan, che ha appena terminato di suonare la siringa, giudice Mida a cui spuntano le orecchie d’asino per il suo incauto verdetto. Il dipinto è citato in una inedita biografia di Tarchiani, scoperta (Pizzorusso, 1986) che ha consentito di chiarirne definitivamente l’attribuzione. È infatti tipica del pittore fiorentino la scelta della luce radente e di tipo teatrale che caratterizza l’opera: “Essa si incaglia sul torso di Apollo, filtra tra le dita fino a toccarne il polso, arrotonda la spalla e costruisce la clavicola di Tmolo, accende il palmo della mano di Mida, seziona il braccio dl giovane satiro, si riverbera sulla vegetazione.” (Pizzorusso, 1986). La composizione è chiaramente paratattica: in primo piano i due musici, su un rialzo i due comprimari, sullo sfondo in ombra due comparse, con una tendenza a creare parallelismi tra le figure (Mida e Tmolo) o una loro specularità (si veda, esplicita memoria al Torso del Belvedere, la complementarietà dei due corpi di Mida e Apollo).
(Pizzorusso, in Nuove letture e acquisizioni dei Musei Civici di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1986)