Geologia

La sezione dedicata alle Scienze della Terra intende offrire una panoramica sulle caratteristiche litologiche, mineralogiche e paleontologiche del territorio reggiano. Sono illustrate quindi in ordine cronologico e con finalità didattiche, le diverse formazioni rocciose del territorio reggiano con il loro contenuto mineralogico e, ove presente, paleontologico, dal Triassico dei Gessi della Valle del Secchia e dal Giurassico delle masse ofiolitiche, al Quaternario dei depositi continentali del pedeappennino. Particolarmente documentato il ricco contenuto fossilifero delle Argille Plioceniche e i resti di grandi mammiferi terrestri (elefante meridionale, rinoceronte etrusco) rinvenuti negli anni ’70 nei torrenti Crostolo e Modolena, a breve distanza dalla città di Reggio, mentre per quanto concerne la mineralogia sono messe in rilievo alcune specie peculiari del territorio reggiano. Tra i reperti paleontologici più importanti, il cranio di Mosasauro rinvenuto a San Valentino di Castellarano, di cui si conserva un calco, il fossile di Toano, la Balena Valentina e le faune villafranchiane dei torrenti Crostolo e Modolena.

Il “fossile di Toano”, rinvenuto nei pressi di Toano (RE) nell’autunno 1996, è un eccezionale esempio di traccia fossile alla base di uno strato di flysch ad elmintoidi del Cretacico superiore (70 milioni di anni circa). Per forma e dimensioni è di una tipologia che presenta pochi analoghi conosciuti, per cui sulla sua origine possono essere fatte solo ipotesi: è stata avanzata l’idea che essa rappresenti il riempimento del complesso sistema di gallerie scavate da uno sconosciuto organismo, o che si tratti del materiale espulso da un organismo limivoro, che si nutriva a spese dei fanghi abissali. Particolare fascino riveste l’ipotesi che si tratti dell’impronta lasciata sul fondale da un resto organico poi decomposto, come ad esempio il tentacolo di qualche specie di calamaro. Una sola traccia fossile simile è segnalata in letteratura e proviene da una formazione di analoga età ed origine, presente a Pinsdorf (Austria).

Nel pedeappennino della provincia di Reggio la successione di sedimenti marini si conclude con i depositi ad Arctica islandica, lamellibranco caratteristico di condizioni climatiche fredde, del Calabriano. A questi segue una serie continentale nella quale, sopra a depositi sabbiosi e ghiaiosi costieri, si alternano facies fluviali e lacustri. Queste ultime hanno fornito abbondanti testimonianze fossili di mammiferi villafranchiani (circa 780.000 anni), tra cui resti di elefante meridionale, in particolare denti, di rinoceronte etrusco, di ippopotamo, cavallo, cervo, daino, istrice, orso etrusco, alce, maiale, cane.
Il clima del Quaternario è caratterizzato da importanti oscillazioni, che danno luogo all’importante fenomeno delle glaciazioni. La fauna fossile è quindi molto diversificata ed è testimoniata, nei dintorni di Reggio, la presenza di elefante, rinoceronte, orso, daino, alce, ecc.

Valentina è il nome dato allo scheletro fossile di balena rinvenuto nell’autunno 1997 nei calanchi del Rio della Rocca, nei pressi dell’abitato di S. Valentino, in comune di Castellarano (RE). Nel reperto spiccano le due lunghe ossa mandibolari, il massiccio blocco delle vertebre cervicali, la cassa toracica, ben conservata, con le coste anteriori ancora in connessione alle prime vertebre dorsali. Sono inoltre presenti numerose vertebre e chevron, uno dei due rudimenti pelvici. Degli arti rimangono una scapola e omero, radio, ulna e un paio di falangi, mentre il cranio non è stato ritrovato. Quando l’esemplare era in vita la sua lunghezza doveva essere di almeno 10 m per un peso di alcune decine di tonnellate. I reperti sono stati recuperati assieme all’argilla sottostante e l’esposizione museale riflette, salvo lievi modifiche, la posizione dei resti sullo scavo.
 
balena valentina