Ingresso di un tempio in Giappone

Ingresso di un tempio in Giappone

Antonio Fontanesi (Reggio Emilia 1818 – Torino 1882) – Ingresso di un tempio in Giappone, Post 1878 – Preparazione a chiaroscuro su tela, cm 146×112


Pervenuta ai Musei Civici per donazione di Giovanni Camerana (1882), l’opera costituisce la più completa testimonianza lasciata da Antonio Fontanesi sul suo soggiorno giapponese. Come ricorda Calderini, l’artista al suo ritorno in patria (dopo un periodo non certo facile della sua vita, segnato da problemi di salute, inghippi burocratici e difficoltà d’ambientamento) può portare con sé solo “pochi schizzi d’album”. L’opera della Galleria Fontanesi è stata quindi eseguita dopo il ritorno a Torino, basandosi su ricordi e schizzi personali e anche su materiali eseguiti dai suoi allievi: si vedano in particolare le due vedute del tempio di Tokugawa II eseguite da Chu Aai (Dragone, 1977).

Calderini nella sua Monografia sull’artista scrive che l’artista si sarebbe interessato al soggetto “più per tentare certe colorazioni che per dare un’opera di sua scelta e veramente compresa nella sua poetica” e definisce l’esecuzione pittorica “preparazione in chiaroscuro a opposizioni di colori”. In realtà gli interessi di Fontanesi nell’opera paiono rivolti anche alla soluzione prospettica, risolta con impegno e ricercata complessità. Da un lato infatti ricorre a una minuta descrizione e organizzazione segnica in cui riscopre la sua formazione di scenografo e vedutista e il consolidato mestiere di disegnatore per incisioni e litografie, dall’altro mediante diversi livelli di spessore materico e una scansione chiaroscurale ai limiti del virtuosismo offre un’accentuazione dei piani prospettici non priva di valenze emotive. Nel ricevere le donazioni del dipinto il Consiglio Comunale di Reggio Emilia, nella seduta del 19 settembre 1882, ricorda la figura dell’artista e annota: “Amò sempre la sua città natale e le rivolse un amoroso pensiero, accingendosi a dipingere per essa un quadro, ricordo del Giappone, che abbozzò soltanto, sorpreso dalla morte, e che il cortese suo erede, cav. Avv. Camerana, interprete degli intendimenti dell’amico, donò alla Pinacoteca” (Archivio di Stato di Reggio Emilia, Biblioteca, Atti del Consiglio Comunale di Reggio Emilia 1882-83, p. 27)