Tagliacarte

Tagliacarte

Quando, alla fine del Periodo Edo (1603-1868), il nuovo governo dell’Imperatore Meiji decise, come segno di modernizzazione del paese, di abolire la classe dei Samurai e di vietare ai guerrieri di portare due spade così come era stato loro diritto per secoli, gli artigiani che da generazioni realizzavano le armi della classe militare si trovarono improvvisamente privati della loro antica e remunerativa attività.

Oltre a convertire la propria arte verso usi più pacifici, come la realizzazione di coltelli ed utensili da cucina, in molti videro nell’interesse di facoltosi nobili e borghesi occidentali affascinati da quell’esotico e morente passato giapponese, un’occasione per fare affari d’oro.
Antiche armi, armature e opere finirono così sugli scaffali di rigattieri e commercianti di antichità, mentre molti ex-spadai si dedicavano a realizzare lame di più bassa qualità per l’esportazione sui mercati esteri. Il tagliacarte donato ai Musei Civici di Reggio Emilia dall’artista reggiano Prospero Ferretti (1840-1910) da lui acquistato in quell’epoca, è realizzato in metallo e decorato con incisioni e motivi dorati che incontravano il gusto della benestante clientela “Nippofila” dell’epoca.