Pipa Kiseru

Pipa Kiseru

Tra le numerose merci che i mercanti Portoghesi del XVI secolo trasportavano a bordo delle loro Takara Bune (lett. “Navi del Tesoro”) sulle coste del Giappone il tabacco, da poco scoperto dagli europei nelle Americhe e esportato con successo in Europa e in Medio Oriente, era sicuramente tra le merci più apprezzate dalla clientela giapponese.
Anche dopo l’espulsione dei mercanti occidentali durante il periodo Edo (1603-1868) e nel clima isolazionista e xenofobo imposto dalla dinastia degli Shōgun Tokugawa, quella di fumare rimase un’abitudine ben radicata in tutte le fasce della popolazione e considerata come uno status symbol di ricchezza e opulenza.

La pipa giapponese, detta Kiseru (lett. “Canna per fumare) e dalla forma più affusolata e allungata rispetto alla sua controparte occidentale, era studiata per essere utilizzata con il tabacco di tipo Kizami; tagliato in filamenti estremamente fini al punto di renderli simili ai capelli umani. Dopo aver inserito e acceso un po’ di tabacco nel fornello, la fumata durava solo pochi minuti prima di dover gettare le ceneri.
Il rischio che delle ceneri non ancora spente potessero innescare un incendio nelle infiammabili antiche case giapponesi di legno e carta è testimoniato dai ripetuti tentativi da parte delle autorità shogunali di bandirne la commercializzazione. Tentativi vani, visto che il tabacco continuò, con non poca ironia nei confronti dei noti rischi per la salute, ad essere commercializzato sotto il nome di “Tè di lunga vita”.
Fumare era una delle attività preferite anche dalla malavita del tempo che era solita trasformare le proprie pipe in affilate armi improprie, aggirando così le limitazioni dello shogunato che concedeva solo ai Samurai il diritto di portare spade.
Ancora oggi la Pipa Kiseru è apprezzata in Giappone da numerosi appassionati e una delle marche più in voga, la Takara Bune, ci ricorda le antiche origini portoghesi del tabacco giapponese.