I materiali provenienti dalle grandi pianure dell’America settentrionale giunsero a Reggio Emilia nel 1844 grazie al patriota Antonio Spagni (1809-1873). Questi, esule in seguito al fallimento dei moti del 1831, visse vari anni in America svolgendo attività diverse, tra cui quella di “cacciatore di pellicce”. Ebbe così modo di entrare in contatto con le popolazioni nomadi Sioux e Cheyenne con le quali si intrattenne per diciotto mesi. Proprio ad un capo Cheyenne era appartenuto il calumet, uno dei pezzi più notevoli della raccolta. La pipa rituale, quando presenta stelo e fornello uniti, riunisce in sé, come nessun altro oggetto, la grande profondità dei sentimenti cosmici e del credo religioso di questi popoli. Il fornelletto è intagliato in un unico blocco di catlinite, impreziosito da intarsi di stagno ed ornato da una scultura che ritrae due indiani seduti l’uno di fronte all’altro. Ad un capo Sioux erano invece appartenuti i gambali e le due tuniche di pelle di cervo ornate da intrecci di aculei di porcospino e tutti i rimanenti oggetti, la faretra con le frecce, l’arco, il coup-stick, ornati da conterie di pasta vitrea bianca e turchese, e la borsa a tracolla. Particolarmente preziosa è la tunica istoriata con pittografie, che narrano la storia ed i fatti d’arme dell’individuo cui era appartenuta.