Uno scritto per le carte

Fare la storia di questo mazzo di carte è un po’ fare la storia di un viaggio attraverso l’Italia; alla ricerca di un fante, di un cavallo, di una regina ecc. Reggio Emilia sabato sera, 1971; in
un’osteria di campagna si gioca a carte, si mangia, si beve il litro intero e si aprla così nasce anche un’idea: le carte piacentine, quelle della briscola, saranno interpretate da 40 pittori…
Comincia così la lunga impresa di Rosanna Chiessi che a cavallo di una Geep rincorre, stana i vari Parmiggiani, Carrino, Marotta, Innocente ecc. per proporre la sua idea.
Emilio Villa e Costa la aiutano ad allacciare i vari contatti. Riceve consensi quasi unanimi. Dopo circa un mese cominciano ad arrivare i primi bozzetti, dopo sei mesi le carte sono 20.
Baruchello non si riesce a trovare, ma alla fine anche lui si trasforma in un 9 di spade; Echaurren si improvvisa intanto sette di bastoni.
Roberto Crippa disegna un’aquila volante; poco tempo dopo precipita dall’aereo. Fabro non manda nulla perché non sa nemmeno giocare a carte, mentre con Melotti qualunque dialogo risulta impossibile se non paradossale.
Milano, Roma, Venezia, Torino, Firenze, Bologna, Reggio Emilia. Arrivano i bozzetti di Cavaliere, di Merz, di Gallina.
7 di denari, 2 di coppe, fante di spade; ormai ci sono tutte, c’è pure il retro (pardon il verso) di Lariani e ci sono le fiches di Bizzarri. Adesso comincia l’ardua fatica della firma.
E si riparte, come daccapo.
Da Harloff, Restany, Gastini, Nannucci, Spatola, Mariotti ecc.
Giusto alla vigilia della Biennale di Venezia, tutto è pronto, tutto è firmato; non rimane ora che risedersi a tavolino e fare insieme una partita a “carte”. (Corrado Costa)
Dove: 900, Pari & Dispari. 50 anni di ricerca.