La salsiccia di S. Giacomino

Ove ora si trova l’edificio della Banca d’Italia sorgeva, fino al 1919, la piccola chiesa di San Giacomo Maggiore o S. Giacomino. Fondata tra il 1140 e il 1156, la chiesa rimase aperta sino al 1796. Risalgono agli anni della fondazione i resti a mosaico conservati nell’Atrio di Palazzo dei Musei. Il ciclo musivo si organizza in due registri. Nella parte più vicina all’altare un quadrilatero, contornato da un’iscrizione, conteneva un quinconce (cinque circoli incrociati). L’iscrizione, in esametri latini, è una celebrazione del pavimento stesso (che durerà in eterno), di chi lo ha fatto costruire e della funzione salvifica cui il pavimento assolve.
Nel secondo registro vi era un unico tema iconografico: il ciclo dell’anno solare espresso dai mesi, rappresentati attraverso le diverse attività agricole, dai segni dello zodiaco e dalle pertinenti fasi lunari. Trovare lo zodiaco, che noi interpretiamo come sopravvivenza pagana, nella decorazione di una chiesa non ci deve stupire. Nell’immaginario simbolico medievale questi simboli rappresentano il tempo dei cieli, il tempo di Dio. Far coincidere il tempo celeste ed il tempo dell’uomo era un’ulteriore glorificazione del Dio che tutto unisce. Nel frammento meglio conservato si vede il mese di Gennaio. Al centro sta Giano Bifronte (una faccia guarda l’anno passato, l’altre l’anno che inizia), paludato in una rossa tonaca, che si riscalda ad una fiamma. In basso il simbolo dell’acquario, un uomo col turbante che versa acqua. L’immagine però che più ci sollecita è un’altra. Un uomo, con marcati tratti popolareschi, sta attorcigliando ad un’asta posta sopra la sua testa un lungo tubo flessibile. Vicino è il capricorno. Siamo in Dicembre. Questo ci aiuta a comprendere cosa realmente stia facendo. L’uomo è un macellaio, un norcino, un “mezzein”, che sta appendendo, per la stagionatura, una lunga salsiccia. (A. M.)
DOVE: Atrio dei Mosaici