La libertà degli altri

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LA LIBERTÀ DEGLI ALTRI
O DELL’ILLUDERE

Il 17 Maggio del 1801 è una gran bella giornata. Il sole splende ed i reggiani sono in festa. Dopo anni di guerra, che hanno visto alternarsi nella nostra città prussiani, austriaci, napoletani, francesi poi ancora austriaci e napoletani ed infine di nuovo francesi, è stata firmata la pace.
Bonaparte ha vinto e, con gli accordi di Luneville (8 Febbraio 1801) ha potuto imporre la “Pax Napoleonica” a tutta Europa. Questo avvenimento deve essere solennizzato. Le autorità civili e militari, le truppe francesi, la guardia nazionale di Modena e Reggio, i giovani del Battaglione della speranza e due carri allegorici, la Vittoria e La Pace, si muovono in corteo. Da palazzo Del Monte percorrono via Emilia Santo Stefano, la Ghiara, via degli Spadari (via Farini) e raggiungono Piazza della Rivoluzione (piazza Prampolini). Qui, in tela e legno, si innalza una grande macchina scenografica che rappresenta un tempio classico (opera di Pietro Ferrarini). Un’azione scenografica mostra Napoleone, coronato da Europa, che porta ulivi all’altare della pace. Un temporale interrompe i discorsi poi la festa continua. La sera a teatro si rappresenta il Timoleone, in piazza si balla, esplodono fuochi d’artificio, poi tutti a casa. Di questa gran festa ci rimangono, conservati al Museo del Tricolore, quattro teleri. Dipinti a tempera su tela da Pietro Soliani in un barocchetto tiepoleggiante ampiamente fuori tempo, risultano però freschi e gradevoli. I teleri “La Vittoria”, “La Pace”, “Il Genio della Libertà”, “La Repubblica” appartengono probabilmente alle decorazioni dei carri allegorici.
Mi soffermo sul “Genio della Libertà”: vi è rappresentato un ragazzo alato che porge la mano ad una fanciulla. Una scritta contorna l’immagine: “Esse qui bella gerant pro libertate aliorum” (C’è chi combatte per la libertà degli altri). La scritta è comprensibile se pensiamo allo spirito del tempo. Se cerchiamo di attualizzarla diventa inquietante. Basta rammentare i disastri commessi, in questi anni, con la buona intenzione di portare ad altri, con la forza, la libertà e la democrazia. (A. M.)
DOVE: Museo del Tricolore