Attentato alla pubblica incolumità

Già nel 1786 Girolamo Tiraboschi invitava il Senato di Reggio a prendere provvedimenti per salvaguardare il portale di palazzo Fontanelli Cerretti. Uscito dalla bottega di Bartalomeo Spani, il portale è uno splendido esempio di arredo architettonico rinascimentale. Commissionato dagli sposi Beatrice Zoboli e Francesco Fontanelli intorno al 1509, venne portato a termine dalla sola Beatrice, come si evince dall’iscrizione, dopo il 1519, anno in cui Francesco fu assassinato in San Prospero. Nel 1881 i proprietari del palazzo, la famiglia Cerretti Cantarelli, offre in vendita il portale. Iniziano snervanti trattative che dureranno un quadriennio. Don Gaetano Chierici si informa sul prezzo. L’amministratore della famiglia, facendosi forte dell’offerta di “un signore di Verona per conto di un antiquario di Venezia”, chiede l’astronomica cifra di 2000 lire. Chierici lancia una pubblica sottoscrizione. Si raccolgono solamente 803 lire. Chierici chiede altro tempo ed ottiene il permesso di poter ricavare i calchi in gesso del portale. Vengono incaricati dell’opera il pittore Cirillo Manicardi e l’ing. Pio Casoli. I proprietari affrettano i tempi, il portale sembra perso. Inaspettatamente il Sindaco Morandi comunica che tra Stato, Provincia e Comune, i soldi mancanti sono stati trovati. Il portale viene acquistato; occorre ora smontarlo e prepararne la sistemazione nel Portico dei Marmi. Tutto ciò richiede tempo, le impalcature (in via dell’Ospedale ora via Dante) occupano la strada a lungo. Finalmente il 30 Ottobre 1884 “L’Italia centrale” annuncia trionfante il trasferimento. Se molti reggiani hanno seguito con partecipazione tutte le fasi dell’intervento ed hanno gioito del risultato, uno era infastidito. Sullo “Scamiciato”, settimanale anarchizzante ed anticlericale del giovane Prampolini, nel Settembre del 1884 un anonimo scrive “quand’è che questo pretaccio (Chierici) toglierà l’impalchettamento in via dell’Ospedale? Impalcature che costituiscono grosso impaccio e grave pericolo alla pubblica incolumità”. (A. M.)
DOVE: Portico dei Marmi