Una scatola di Bosia…

Il 20 gennaio 1867 don Gaetano Chierici dichiara, per iscritto, di ricevere dal Municipio ciò che rimane dal patrimonio museale appartenuto al convento dei frati Minori Osservanti di Santo Spirito, soppresso nel 1866. al numero 20 dell’inventario troviamo la nostra “scatola di Bosia (bosso)”. All’interno del convento, che occupava l’area ove ora si trovano la caserma dei Carabinieri e l’archivio di Stato, Padre Giovanni Cattaneo (1640-1709) aveva formato un museo di carattere tipicamente barocco in cui si mescolavano “Naturalia et Artificialia”, prodotti della natura e manufatti. Un documento del 1716 ci fornisce una affascinante descrizione: “(…) In una piccola stanza, che museo s’appella, (…) in adorni scaffali videro raccolte certe spezie di rarità, o prodotti della natura, o fatte dall’arte, che molto diletto gli arrecarono. Fissarono eglino dunque i primi sguardi sopra un corallo nato in una ostrega che rappresenta rami di picciolo albero, sopra una preziosa madreperla e sopra un’argentea conchiglia. Quinci osservarono anche lucerne sepolcrali, idoletti di quei tempi, serpi impietrite, mostruosi insetti di due teste, aborti imbalsamati e negri sassi di formidabili saette. Quindi esaminarono intagli in gemme, impronti in metallo e vari pezzi di miniere d’oro e d’argento e di cristallo e di ferro e di piombo gli ultimi de quali erano stati trovati ne’ monti donde trae l’origine il rapido Panaro. Ma tra l’altre stravaganze naturali ammirarono assai una certa rubiconda spugna composta di materia porosa non arida, ma molle di corallo, che attuffata nell’acqua la tingea di color rosso, l’uso di cui dissero che non sarebbe stato inutile alle pallide pastorelle; siccome gli parvero mirabili certe pietre dove erano state delineate alla natura città ed eserciti che combattevano, ognuna dei quali fu giudicata dagli Arcadi che sarebbe stata premio inestimabile de’ vincitori ne’ loro giochi”. (A.M.)
Dove: For Inspiration Only, Diorama B