Il museo in guerra

Anche il Museo di Reggio dovette subire le conseguenze del secondo conflitto mondiale. La più grave di tutte si collega al prestito di un importante nucleo di materiali dell’Abissinia, che il 9 maggio del 1940 furono inviati a Napoli per la mostra sulle Terre d’Oltremare, che non fu mai inaugurata per l’ingresso dell’Italia in guerra. Quei materiali non sarebbero mai più rientrati a Reggio. In tempo di guerra la vita del Museo continuò a svolgersi con apparente normalità: è proprio del 1941 la scoperta della Venere di Chiozza. Il suo soggiorno in Museo durò però pochissimo tempo: il 13 dicembre del 1942 la statuetta partiva alla volta di una banca di Correggio. Solo dal marzo del 1943 la minaccia dei bombardamenti indusse le autorità ad attuare lo sgombero delle opere del Museo. Il 3 marzo 15 casse di oggetti della Parmeggiani, già ricoverati in un locale “corazzato” della Cassa di Risparmio, partivano alla volta del castello di Guiglia. La quasi totalità dei tesori del Museo fu però destinata alla villa Levi – Franchetti di Coviolo, dapprima i dipinti della Galleria Fontanesi (22 e 23 marzo), poi i cimeli del Museo del Risorgimento (2 aprile), infine i materiali archeologici del Museo Chierici (26 maggio). Anche la Collezione Spallanzani partì per Coviolo, ma non si riesce a determinare quando. Il 19 giugno l’ing. Otello Siliprandi provvedeva a proteggere il monumento romano dei Concordi dalle incursioni aeree. Il 26 febbraio del 1944 fu la volta delle monete del Gabinetto di Numismatica. A Coviolo le opere dei Musei dovevano essere difese anche dalla minaccia dei furti di soldati tedeschi.
Con una sollecitudine che è rimasta senza confronti, grazie soprattutto a Mario Degani, il Museo di Reggio poteva riaprire con tutte le sue opere rientrate in sede già nel giugno del 1945. La Venere di Chiozza, regina del Museo, sarebbe stata riconsegnata nel 1946. (R.M.)
Dove: Galleria Fontanesi