250 – La “nuova Reggio” ovvero del “mal d’Africa”

Nuova Reggio

Nello stesso anno, 1889, in cui l’Italia notifica, alle grandi potenze, il suo protettorato sull’Abissinia e sulla Somalia scoppia anche a Reggio il “Mal d’Africa”. Il 10 agosto una società formata da Vincenzo Ferrari, Naborre Campanini, Gaetano Chierici, Giovanni Bandieri, Angelo Spallanzani e Domenico Trignani, comunica al Ministero degli Esteri un suo progetto. Progetto che si può riassumere nella volontà di colonizzare entro 5 anni 50000 ettari di terreno e di trasferirvi, gradualmente, 5000 “famiglie agricole”.
La zona individuata è quella di Bab Gangarem, vicino alla città di Keren. La colonia prenderà il nome di “Nuova Reggio” e, come dichiarazione di principio, “agirà quale elemento civilizzatore e non mai come elemento dominante”. Ottenute, dal Governo, le necessarie autorizzazioni ma nessun aiuto concreto, i nostri concittadini si avventurarono in Eritrea. A Reggio rimane Naborre Campanini con il compito di essere referente presso il Ministero tramite l’On. Ulderico Levi.
La spedizione inizia, nel gennaio 1890, sotto cattivi auspici. Nel viaggio tra il porto di Massava e Keren, il pittore Gaetano Chierici rimedia un calcio da un cavallo che gli frattura una gamba. Dal governo silenzio. A maggio Chierici, ancora infortunato, Spallanzani e Ferrari rientrano in Italia per meglio perorare la loro causa. Rimangono in Eritrea Bandieri, un giovane Cosserici ed il contadino Venturi Giulio.
La morte di Bandieri determina la fine dell’avventura. Una nota, tratta dal manoscritto “Memorie Società Reggiana per l’Africa” ricorda “Per eventi disgraziati cessò l’impresa, che aveva il solo appoggio morale del Governo. Il Dott. Bandieri lasciò la vita, il pittore Chierici perdette di sua tasca oltre 120000 lire”. A parziale risarcimento di questi sfortunati colonizzatori, nella carta topografica della Colonia Eritrea, rimane indicato, proprio sotto la vetta del monte Bab Gangarem, il toponimo “Colonia Reggiana”. (A.M.)
Dove: For inspiration only, Diorama A