130 – Come un’apparizione, poi fu la televisione

Patroncini

Chi osserva, anche solo per un attimo, la facciata del “Palazzo dei Musei”, non può non notare il torricino che ospitava l’osservatorio meteorologico. Proprio qui nella stanzetta dell’osservatorio, una gelida sera dell’inverno 1925, si verificò un mirabolante evento: la captazione della prima immagine televisiva.
Un gruppo di amici, l’orologiaio Rinaldini, il fotografo Rossi, il ragionier Patroncini, si dilettava, sotto la guida dell’ingegnere Rezio Zanelli, nella costruzione, utilizzando le strumentazioni del gabinetto di fisica dell’Istituto Tecnico “Angelo Secchi”, di apparecchiature radio elettriche. Gli amici avevano cominciato con un “Grafofono”, erano passati al telegrafo senza fili e erano infine approdati alla radio, quando divenne possibile l’acquisto di una lampada al neon.
Zanelli, che conosceva il dispositivo di Nipkow e sapeva che John Baird, in Inghilterra, stava sperimentando la possibilità di trasmettere immagini, decise di passare alla costruzione di un ricevitore. L’apparecchio consisteva in una scatola con una finestrella rettangolare di pochi centimetri. All’interno un amplificatore, un sincronizzatore, un disco rotante traforato e la preziosa lampada al neon. Quando la lampada è accesa la finestrella è illuminata, se un segnale radio modula l’intensità della luce è possibile riprodurre immagini.
Ebbene, quella gelida sera, agli occhi stupefatti degli amici, apparve un’avvente signorina che, sorridente, muoveva le labbra. Durò pochi secondi ma la prima immagine era stata captata. Se passiamo dal piano amatoriale a quello scientifico non possiamo dimenticarci di Don Enzo Manfredi; egli nacque a Santa Vittoria, entrò nella Compagnia di San Paolo, si laureò in filosofia, prese gli ordini ed insegnò Teologia morale. Altri però erano i suoi più profondi interessi. Giovane ancora studente, nel 1932, intuì che era possibile trasmettere contemporaneamente molti messaggi e progettò il tubo catodico. Il brevetto gli venne riconosciuto dal Ministero delle Corporazioni il 24 settembre 1940 con il numero 393 o 55. L’invenzione gli procurò la Direzione della Centrale Telefonica Vaticana. Nel palazzo del Belvedere a Roma è ancora visibile e funzionante il “Tubo di Manfredi”. (A.M.)
Dove: For inspiration only, Diorama A