Enghelisa regina di Cipro

In un volume, pubblicato nel 1844, don Ferrante Bedogni, oltre che descrivere i mosaici medioevali, apparsi in occasione del rifacimento del pavimento marmoreo della Basilica di San Prospero, ricorda il rinvenimento di alcune lapidi. In particolare ci parla di quella di Enghelisa Visconti trovata sepolta sotto l’altare maggiore. Il testo recita “1434 riposa qui l’illustre signora Enghelisa, figlia dell’illustre Bernabò Visconti e regina di Cipro”. La lapide, murata nella parete della porta principale della Basilica, venne acquistata nel 1873, durante lavori di ripristino del sagrato della chiesa, da don Gaetano Chierici ed esposta nel Portico dei Marmi. Enghelisa, sposa a Giano di Lusingano (1397-1432) re di Cipro, di Gerusalemme e di Armenia, si trovò presto al centro di grandi avvenimenti militari. Nel 1425 il Sultano di Egitto Ashraf Barsabay prese d’assalto Cipro e Nicosia. Nel 1426 la città capitolò e Giano venne preso in ostaggio. Toccò ad Enghelisa riorganizzare le difese e gestire le trattative per la liberazione del marito. Nel 1427 Giano ottenne la libertà, ma il regno di Cipro, pur restando di nome indipendente sotto la dinastia dei Lusingano, divenne di fatto vassallo dell’Egitto.
Non sappiamo per quali vicissitudini ed in quale anno Enghelisa sia approdata a Reggio. La troviamo nel 1431, assieme al fratello Lionello, madrina ad un battesimo e residente in una modesta abitazione (probabilmente nell’attuale Vicolo Trivelli) contigua al palazzo della famiglia Sessi. Poi nulla. Solamente la lapide ed il lascito dei beni (non particolarmente abbondanti) alla Basilica Prosperiana. È pieno di suggestioni il pensare a questa regina d’oriente che trascorre qui da noi, in totale anonimato, i suoi ultimi, pochi, anni di vita. (A. M.)