Al buio si vede meglio
Palazzo dei Musei
via Spallanzani, 1
Sabato 22 febbraio, ore 16.00
“Geografie della notte. Prospettive spaziali sul notturno”
con Marcello Tanca e Davide Papotti
Sabato 22 febbraio ore 16.00 – Palazzo dei Musei
Nell’ambito della mostra Luigi Ghirri. Zone di passaggio, a cura di Ilaria Campioli e visitabile fino al 2 marzo 2025, si terrà il terzo e ultimo appuntamento di Al buio si vede meglio, il ciclo d’incontri ad accesso libero e gratuito per approfondire, attraverso prospettive e sguardi differenti, la riflessione sul buio e l’indagine sui molteplici significati che esso riveste nell’immaginario collettivo. L’incontro, dal titolo Geografie della notte. Prospettive spaziali sul notturno vedrà un dialogo tra Davide Papotti, docente di “Geografia culturale”, “Geografie letterarie” e “Globalizzazione e geopolitica” presso l’Università di Parma, e Marcello Tanca, docente di “Geografia” e “Geografia regionale” presso l’Università di Cagliari.
La percezione dello spazio segue i ritmi temporali che scandiscono l’alternanza fra luce e buio. Il nostro modo di abitare e di muoversi nel territorio che ci circonda è differente a seconda delle condizioni di luce. La geografia culturale, che si occupa proprio delle modalità di percezione e di rappresentazione dello spazio, si interessa delle specificità che assumono gli spazi durante la notte. Si è dunque sviluppato uno specifico settore di studio, definito “geografie della notte”, che si occupa di questo incontro fra la dimensione spaziale e la dimensione temporale.
Il reciproco intrecciarsi di queste due dimensioni del nostro abitare la Terra è suggerito d’altronde anche dalla citazione da uno scritto di Luigi Ghirri che dà il titolo alla mostra, una metafora di matrice spaziale, Zone di passaggio, che viene utilizzata per indicare una condizione temporale di sospensione fra luce e buio.
Basti pensare, in linea esemplificativa, alle diverse modalità con cui viene fruito lo spazio delle nostre città di giorno e di notte (significativamente un bel libro del 2005, opera del geografo francese Luc Gwiazdzinski, si intitola La nuit, dernière frontiere de la ville); alle differenti percezioni di sicurezza che abbiamo degli spazi con lo scendere delle tenebre; alla fascinazione per le illuminazioni artificiali che possono diventare anche performance artistiche di rivitalizzazione degli spazi urbani (come, ad esempio, nel caso delle manifestazioni “Luci d’artista” a Torino o “Trame di luce” a Roma).
L’incontro cercherà dunque di proporre riflessioni sulla domanda che provocatoriamente il geografo Luc Bureau poneva in un articolo del 1996 intitolato Géographie de la nuit: «Come immaginare un accoppiamento così bizzarro come quello tra la “geografia” e la “notte” quando la natura della prima è di vedere e far vedere i paesaggi del mondo mentre la seconda fa di tutto per offuscare la vista, oscurando questi stessi paesaggi al punto tale da farli scomparire del tutto?»
Marcello Tanca è Professore Associato presso il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università di Cagliari dove insegna “Geografia” e “Geografia regionale”. Le sue aree di ricerca includono la storia del pensiero geografico, il rapporto tra geografia e filosofia, il paesaggio, le geografie finzionali. Ha pubblicato “Geografia e filosofia. Materiali di lavoro” (2012) e “Geografia e fiction. Opera film canzone fumetto” (2020) entrambi editi dalla Franco Angeli; ha curato e tradotto, insieme a Marco Maggioli, “Essere umani sulla Terra: principi di etica dell’ecumene” (2021) e “Pensare il paesaggio” (2022) di Augustin Berque per i tipi della casa editrice Mimesis. Dal 2021 è coordinatore del gruppo di lavoro dell’AGeI (Associazione dei Geografi Italiani) di Landscape Studies.
Davide Papotti è professore ordinario di geografia presso il Dipartimento “DUSIC – Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali” dell’Università di Parma, dove insegna “Geografia culturale”, “Geografie letterarie” e “Globalizzazione e geopolitica”. Ha studiato presso l’Università di Parma (Laurea in Materie Letterarie, 1993), la University of Virginia (Master of Arts, 1996), la University of Chicago e l’Università di Padova (dottorato di ricerca in “Uomo e ambiente”, 2002).
Si occupa principalmente di rapporti fra geografia e letteratura, di marketing territoriale e turistico, della geografia culturale dell’area rivierasca del fiume Po. Fra le sue pubblicazioni i volumi Geografie della scrittura. Paesaggi letterari del Medio Po (Pavia, La Goliardica, 1996) e, con Marco Aime, L’altro e l’altrove. Antropologia, geografia e turismo (Torino, Einaudi, 2012) e Confini. Realtà e invenzioni (Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2023). Sempre con Marco Aime ha curato il volume Piccolo Lessico della diversità (Treviso, Fondazione Benetton-Antiga, 2018).
SABATO 18 GENNAIO, ore 16.00
Lucciole e altre lanterne. Come la fotografia ci insegna a vedere nel buio
conversazione fra Rosa Cinelli e Paola Di Bello
Nell’ambito della mostra Luigi Ghirri. Zone di passaggio, a cura di Ilaria Campioli e visitabile fino al 2 marzo 2025, Palazzo dei Musei propone due incontri ad accesso libero e gratuito per approfondire, attraverso prospettive e sguardi differenti, la riflessione sul buio e l’indagine sui molteplici significati che esso riveste nell’immaginario collettivo.
Si parte sabato 19 ottobre alle ore 16 con l’incontro a palazzo dei Musei dal titolo Riflessioni sul buio a cura di Francesca Rigotti, filosofa e saggista, già docente all’Università della Svizzera Italiana, di Göttingen, Princeton e Zurigo la cui ricerca è caratterizzata dalla decifrazione e dall’interpretazione delle procedure metaforiche e simboliche sedimentate nel pensiero filosofico, nel ragionamento politico e nell’esperienza della vita quotidiana. Il buio riveste un ruolo importante nella ricerca di Rigotti che a questo tema ha dedicato anche un libro (Buio, Il Mulino, 2020) nel quale esplora il buio oltre la dimensione fisica della mera assenza di luce, contestualizzandolo rispetto ai valori e alle funzioni ad esso attribuiti nei miti, nelle religioni, nell’arte, nella letteratura e nella filosofia; un’analisi dalla quale emerge tutta la densità e complessità dei significati simbolici e culturali racchiusi nel buio.
Particolare attenzione è riservata da Rigotti alla dialettica tra buio e luce, punto di scontro – ma forse ancor più di contatto – tra due opposti solo apparentemente inconciliabili. Superata l’accezione comune del buio in quanto minaccia, pericolo e persino morte, Rigotti ci invita a riconsiderare il buio come uno spazio di possibilità, occasione di confronto con il mondo che ci circonda e, in definitiva, come esperienza che ci riconsegna a noi stessi…
Il secondo appuntamento, dal titolo Lucciole e altre lanterne. Come la fotografia ci insegna a vedere nel buio è in programma a Palazzo dei Musei sabato 18 gennaio alle ore 16 e vedrà ospiti Rosa Cinelli, ricercatrice e dottoranda in cotutela internazionale presso l’Università degli Studi di Milano e l’Université Côte d’Azur, e Paola Di Bello, artista, fotografa e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Cinelli e Di Bello dialogheranno sulle potenzialità del linguaggio fotografico inteso come strumento capace di indagare il rapporto fra luce e buio e attivare letture alternative del reale, spesso inaccessibili allo uno sguardo ordinario. Un tema ampiamente affrontato nella mostra a Palazzo dei Musei, a partire proprio dalle “zone di passaggio” del titolo – fil rouge di tutto il percorso espositivo – che ritroviamo nei numerosi scatti di ambientazione notturna di Luigi Ghirri (quei luoghi “illuminati in maniera provvisoria” che vivono una loro “discreta semioscurità”) e in quelle “micro-rotture” generate da lampi, bagliori, scintille e improvvise illuminazioni che popolano le immagini di quegli autori nazionali e internazionali che la mostra presenta nelle sezioni laterali (Mario Airò, Paola Di Bello, Gregory Crewdson, Paola De Pietri, Stefano Graziani, Franco Guerzoni, Armin Linke, Amedeo Martegani, Franco Vaccari, Awoiska van der Molen).
Biografie
Francesca Rigotti
Francesca Rigotti, filosofa e saggista, è stata docente nelle università di Göttingen, Princeton e Zurigo e, dal 1996 al 2021, ha insegnato all’Univertià della Svizzera Italiana. Studia le procedure metaforiche e simboliche nel pensiero filosofico, politico e nella vita quotidiana e collabora con vari media italiani e svizzeri. Tra i suoi libri più recenti, tradotti in tredici lingue: Giacomo Matteotti, Il consenso e la forza (2024), con un saggio di Francesca Rigotti; Clemenza (2023), L’era del singolo (2021); Buio (2020); Migranti per caso. Una vita da Expat (2019); De senectute (2018); Una donna per amico, con Anna Longo (2016); Manifesto del cibo liscio (2015); Onestà (2014); Nuova filosofia delle piccole cose (2013). È stata insignita, tra gli altri, del Premio Standout Woman Award International 2016 e, nel 2020, del Premio della Fondazione del Centenario della BSI.
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Rosa Cinelli
Rosa Cinelli è dottoranda in cotutela internazionale presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Filosofia ‘Piero Martinetti’, e l’Université Côte d’Azur, dove collabora con il laboratorio di ricerca in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione. La sua ricerca esplora le forme ipercontemporanee delle immagini documentarie, tra postfotografia e realtà virtuale. A Milano, è membro del progetto di ricerca europeo ERC Advanced “An-Iconology. History, Theories and Practices of Environmental Images”, mentre in Francia fa parte del PhD Lab presso il Centro di Ricerca e Creazione XR2C2. Nel 2019 consegue il diploma di fotografia presso il CFP Bauer di Milano e, nel 2021, la Laurea Magistrale presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi incentrata sugli usi della fotografia digitale come strumento di autopresentazione nella vita quotidiana. Ha recentemente pubblicato un saggio sulle forme contemporanee di falsificazione nel volume Il Postfotografico (Einaudi, 2024), e un articolo intitolato E la luce diventerà notte intorno a me. Oscurità e (post)fotografia per TBD Ultramagazine.
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Paola Di Bello
Milanese d’adozione, Paola Di Bello nasce a Napoli. Artista, fotografa e videomaker, si forma nello studio del padre Bruno, uno dei primi artisti che negli anni Settanta cominciò a fare un uso radicale della fotografia nella pratica artistica.
Insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera dove dirige il Dipartimento di Fotografia.
Impegnata a esplorare le problematiche socio-economiche della città contemporanea, Di Bello racconta il potenziale di cambiamento della realtà attraverso una ricerca che include la dimensione globale e la vita locale, entrando in situazioni di vita quotidiana spesso caratterizzate da un profondo disagio umano e determinando uno spostamento del punto di vista.
Il suo lavoro è centrato sull’atto stesso del fotografare, inteso come facoltà di presa dell’occhio rispetto al contesto. Il ribaltamento della visione che ne deriva crea uno spaesamento che scardina i nostri preconcetti e punti di vista sulle cose. La sua ricerca artistica ben rappresenta le traiettorie che la fotografia europea ha intrapreso negli ultimi trent’anni, indirizzando i propri interessi nei confronti di modalità operative variegate, frutto dell’ibridazione tra la vocazione concettuale ereditata dalle generazioni precedenti e l’indagine sociale che vede l’uomo e il paesaggio al centro dei propri interessi.
Nella sua carriera ha tenuto numerose mostre personali tra cui: Home Less Home, a cura di Maria Fratelli, Casa della Memoria, Milano, 2021; Paola Di Bello, Citizens 1988-2006, a cura di Francesco Zanot, Galleria Bianconi, Milano, 2020; Paola Di Bello. Milano Centro, a cura di Gabi Scardi, Museo del Novecento, Milano, 2016; Sguardo italiano, Photografins Hus, Stockholm, 2011; Rear Window, Fotografia Europea, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2011; Framing the community. A portrait of Wien, Cosmos, Wien, 2010. Ha partecipato a numerose mostre collettive in musei italiani e internazionali tra cui: L’Italia è un desiderio. Fotografie, paesaggi e visioni 1842-2022, Scuderie del Quirinale, Roma (2023); Museo di Fotografia Contemporanea, Milano; Museo Archeologico della Val d’Aosta, Musei Civici di Reggio Emilia (2021); Fabbrica del Vapore, Milano, Mudam Luxemburg (2019); Triennale Milano, Palazzo Te, Mantova (2016); Pinacoteca di Brera, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2014); Museo Maxxi, Hôtel des Arts, Tolosa (2013); Museo Gamec, Bergamo (2013, 2011); The Berta and Karl Leubsdorf Art Gallery, New York; Fotografia Europea, Reggio Emilia; Louisiana Museum of Modern Art (2011); Museo Maga, Gallarate; Museu Colleção Berardo, Lisbona; Museo Marca, Catanzaro (2010).
Il suo lavoro è stato esposto in occasione di importanti eventi internazionali d’arte contemporanea come la 50a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (2003), la X Biennale di Lione (2009), la Biennale fotografica di Daegu, Corea del Sud, (2014) e la Biennale dell’immagine di Chiasso (2017).
Ha vinto il premio PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, insieme all’artista Valerio Rocco Orlando per la produzione di una nuova opera che verrà acquisita nella collezione permanente dello CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione – Università di Parma.
L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione
Info:
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede.
musei@comune.re.it