Il Mauriziano

Il Mauriziano

via Pasteur,11
42122 Reggio Emilia

Il cinquecentesco arco trionfale in cotto ad unico fornice, che si incontra a San Maurizio sulla via Emilia, introduce al complesso monumentale del Mauriziano. L’arcata è stata eretta, secondo la tradizione, da Orazio Malaguzzi, morto nel 1583 e a cui si attribuiscono il restauro e l’arricchimento dell’intero complesso. Un viale di oltre 250 metri, fiancheggiato da pioppi, conduce fino al Palazzo del Mauriziano.
Nonostante le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, il Palazzo nuovo del Mauriziano (già noto come “Casino dell’Ariosto”) mantiene l’impianto volumetrico cinquecentesco che lo collega alla cultura della villa rinascimentale. Si caratterizza infatti per la pianta a base quadrangolare con un salone centrale passante sul quale si fonda l’asse di simmetria dell’edificio, attorno a cui si articolano i vani laterali.
A levante un piano rialzato conserva ancora tre ambienti con volta a vela e con capitelli pensili, secondo moduli stilistici di matrice ferrarese, sperimentati in città tra XV e XVI secolo.

La decorazione pittorica di questi ambienti, databile dopo il 1567, risente dell’influenza di Nicolò dell’Abate. La saletta centrale, nota come Camerino dei poeti, riproduce pittori antichi e moderni seduti sulle cime di un ideale Parnaso, disposti a varie altezze secondo la loro fama, e con l’indicazione dei nomi (spesso cancellati o storpiati per successivi rimaneggiamenti). Nelle lunette della volta è narrata la novella di Griselda, tratta dal Decamerone. La stanza vicina, detta Camerino dell’Ariosto, secondo la tradizione studio del poeta, ha un camino recante lo stemma di Malaguzzi e la data 1432. La decorazione pittorica allude al motivo vedutistico della villa e al suo rapporto con il giardino circostante, nel rimando tra spazio interno ed esterno che rimarrà un genere costante nella tradizione della pittura decorativa. Le pitture dell’ultima saletta, dedicata a Orazio Coclite in aperto omaggio a Orazio Malaguzzi, descrivono in tre riquadri il combattimento fra Orazi e Curiazi, Orazio Coclite al ponte, il magistrato che infigge il chiodo nel tempio di Giove. Le altre pareti sono decorate con paesaggi e scene di rovine romane.
I dipinti ad affresco del salone centrale e della sala grande di sinistra sono riferiti alle ristrutturazioni effettuate da Prospero Malaguzzi dopo il 1742. Opera di un artista mediocre, raffigurano fatti salienti della famiglia Malaguzzi.
Il complesso monumentale del Mauriziano, dimora estiva di Ludovico Ariosto, ha avuto nei mesi scorsi importanti interventi di restauro e riqualificazione della Villa e del Parco, realizzati nell’ambito del progetto nazionale Ducato Estense. In questo luogo tutto da scoprire, grazie a un finanziamento statale di 700.000 euro ottenuto dal Comune di Reggio Emilia, si sono conclusi lavori di manutenzione straordinaria del verde del Parco e di restauro scientifico e conservativo sull’Arco monumentale di ingresso posto sulla Via Emilia e il restauro nella Villa degli apparati decorativi dei cosiddetti tre Camerini – Camerino dell’Ariosto, Camerino dei Poeti e Camerino degli Orazi – abitati dal poeta.
Grazie a un progetto di valorizzazione tecnologica cofinanziato dalla Fondazione Tiche, d’ora in poi sarà possibile effettuare una visita guidata ai dipinti restaurati anche in realtà virtuale.
Le tre stanze decorate sono voltate a vela con capitelli pensili (secondo moduli stilistici di matrice ferrarese riferibili al XV e XVI Secolo) e sono caratterizzate da dimensioni contenute e dall’atmosfera intima. Queste stanze costituiscono uno dei rari esempi di architettura rinascimentale conservati in città, in virtù proprio dell’antica presenza del poeta, e possiedono oltre al valore storico-artistico dovuto alla qualità degli spazi decorati attribuiti alla Scuola del maestro del Rinascimento Niccolò dell’Abate, anche un valore letterario e testimoniale del prestigio di Ludovico Ariosto e della famiglia Malaguzzi. La decorazione pittorica, commissionata da Orazio Malaguzzi è databile al 1567-1568, inneggia ai fasti familiari e agli insigni componenti che, grazie alle loro abilità politiche e diplomatiche oltre alla raffinatezza culturale e al profondo amore per le lettere, ne hanno segnato la storia.
Tramite una stretta scala ricavata nell’intercapedine del muro, si accede alla prima stanza detta Camerino dei Poeti, dedicata all’Ariosto. Negli otto riquadri che ornano le pareti, sono raffigurati pittori e poeti antichi e moderni adagiati sulle pendici di Parnasi sormontati dai simboli dei diversi generi letterari. Tra i personaggi raffigurati ritorna più volte la figura di Ariosto, oltre a letterati amici e parenti di Orazio Malaguzzi. Nelle lunette sovrastanti è illustrata la novella di Griselda e Gualtieri, marchese di Saluzzo, ultima novella della Decima giornata del Decamerone di Boccaccio, inneggiante alla figura della donna e ai suoi attributi muliebri.
Il secondo ambiente, detto Camerino dell’Ariosto, identificato dalla storia come lo studiolo del poeta, reca alle pareti una serie di riquadri raffiguranti vedute paesaggistiche che rimandano al Parco antistante la Villa e adiacenze che costituivano le possessioni dei Malaguzzi. Nelle lunette è illustrata la novella di Giletta di Narbona e Beltramo di Rossiglione, novella dedicata ancora una volta all’amore muliebre e all’importanza della prole, che purtroppo Orazio Malaguzzi non avrà mai.
L’ultimo ambiente, detto Camerino degli Orazi, è dedicato interamente alla figura di Orazio e del fratello Flaminio. Tre grandi riquadri alle pareti descrivono il combattimento tra Orazi e Curiazi, Orazio Coclite che preclude agli Etruschi di Porsenna l’accesso al ponte Sublicio, il magistrato che infligge il chiodo nel tempio di Giove. Due riquadri raffigurano ruderi e vestigia romane che restituiscono una raffinatezza culturale e un amore per il mondo antico. Nelle lunette l’illustrazione accorata e partecipe della breve vita del fratello Flaminio Malaguzzi, persona irreprensibile e dedita alle lettere classiche, morto prematuramente all’età di quindici anni.
I tre Camerini si contrappongono al resto dell’edificio, ristrutturato nel 1700, e mantengono una quota rialzata rispetto al piano principale della Villa, che si sviluppa su pianta a base quadrangolare con un salone centrale passante sul quale si fonda l’asse di simmetria dell’edificio attorno a cui si articolano i vani laterali. Nonostante le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, la Villa mantiene l’impianto volumetrico cinquecentesco, tipico della villa rinascimentale emiliana.
 
Scarica il comunicato stampa della presentazione del progetto Furiose interazioni
Furiose interazioni è una iniziativa promossa da Comune di Reggio Emilia / Musei Civici | Reggio Children | RE:Lab | Università degli Studi Suor Orsola Benincasa / Centro di Ricerche Scienza Nuova | Fondazione TICHE | Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia

 

LE STORIE DI RUGGIERO AL MAURIZIANO

 


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