Scuola IN Museo per Istituto A. Motti

Impronte colate

In occasione della diciottesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, sabato 8 ottobre 2022 alle ore 11:30 inaugurerà presso il portico delle carrozze della Galleria Parmeggiani, all’ingresso della Biblioteca delle Arti, l’opera Impronte colate, realizzata dall’artista reggiano Matteo Messori.

L’opera nasce nella primavera del 2022 dall’incontro fra il progetto di PCTO dell’Istituto A. Motti e i Musei Civici di Reggio Emilia nell’ambito dell’esperienza Scuola IN Museo: due classi quarte si sono “appropriate” del museo per tre settimane, svolgendo le lezioni al suo interno, familiarizzando con gli spazi e le collezioni.Attraverso incontri, workshop, laboratori i ragazzi si sono avvicinati al patrimonio vivendolo quotidianamente, studiandolo e facendo esperienza di organizzazione di eventi, mostre e visite per pubblici e target differenti. Gli studenti, ispirati dalle collezioni dei musei, dalla storia e dalla cultura di Reggio Emilia, hanno sviluppato progetti per un’installazione realizzata dal docente e artista Matteo Messori, che li ha guidati e accompagnati in questo percorso: un’occasione per i ragazzi di confrontarsi con il “fare arte”, con la creatività e la capacità di rendere tangibili idee e pensieri.
L’opera è stata realizzata sui pannelli che affiancano l’ingresso della Biblioteca delle Arti, luogo anch’esso interessato, durante l’epidemia di Covid 19, dalla Scuola IN Museo e abitato dagli studenti, ed è accompagnata dal testo critico di Francesco Barbieri e da una poesia.

“Matteo Messori ha deciso di catturare tutti gli spunti forniti dai ragazzi, per trasporli in un’unica opera bipartita su due tele di dimensione speculare, simbolicamente disposte a incorniciare l’ingresso del luogo di tutela della cultura per eccellenza, la biblioteca, in questo caso la splendida “Biblioteca delle Arti”. A fare da collante in questa rassegna di simboli è l’immagine della fiamma, evocata dalla disposizione particolare delle “antiforme”, cifra stilistica di Messori, e dalle linee di rosso, che vogliono richiamare il fuoco della curiosità e della passione, quel fuoco che noi professori vediamo accendersi negli occhi dei nostri allievi quando riusciamo a offrire loro i giusti stimoli. Le antiforme, figure umane non antropomorfe, contenitori di emozioni in perpetuo dialogo con l’esterno, sono in tutto 32, come gli alunni che hanno preso parte al progetto” (dalla nota critica di F. Barbieri).

Il progetto è inserito all’interno di Identità inquieta, il cartellone di iniziative culturali, mostre, eventi, appuntamenti con cui la città di Reggio Emilia, da ottobre a marzo, rifletterà sul tema dell’identità, individuale e collettiva, a partire dalle domande che con urgenza emergono dai contesti più fragili e inattesi.

 

 

Nota critica all’opera

L’opera di Matteo Messori rappresenta il prodotto finale del Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) proposto dall’Istituto “A. Motti”, indirizzo tecnico per il turismo, alle classi 4°A e 4°B nell’anno scolastico 2021/22. Gli alunni interessati hanno condotto una serie di approfondimenti su alcune tematiche identitarie legate al territorio reggiano, con lo scopo di consegnare all’artista un’idea che fungesse da ispirazione per la realizzazione di un’opera permanente da collocarsi nel presente spazio.
Il progetto PCTO ha preso il nome di “Impronte colate”, che condensa perfettamente l’obiettivo perseguito dagli alunni: individuare, approfondire e comunicare simboli distintivi del paesaggio culturale di Reggio Emilia. Impronte, tracce, sempre più indistinte e lontane nella consapevolezza delle nuove generazioni ma degne di memoria e di salvaguardia, anche nell’ottica di una promozione turistica della nostra realtà locale.
Quali immagini, personaggi o iconemi hanno intercettato l’attenzione dei nostri ragazzi? La lista di fulcri di interesse è quanto mai eterogenea e abbraccia una serie di temi variegati, non ascrivibili a una categoria precisa: il genio e la follia di Antonio Ligabue; l’ex ospedale psichiatrico di San Lazzaro indagato come un laboratorio di paradossale espressione e creatività; gli spazi delle ex fabbriche Reggiane, tra storia e riqualificazione recente; lo sguardo profondo di Ghirri sull’Emilia, in grado di rompere il velo delle apparenze; la Resistenza, come episodio radicato nel nostro DNA; i suoni particolari che ogni città produce, ma anche il degrado che avanza a minacciare ogni tentativo di radicamento.
Matteo Messori ha deciso di catturare tutti gli spunti forniti dai ragazzi, per trasporli in un’unica opera bipartita su due tele di dimensione speculare, simbolicamente disposte a incorniciare l’ingresso del luogo di tutela della cultura per eccellenza, la biblioteca, in questo caso la splendida “Biblioteca delle Arti”. A fare da collante in questa rassegna di simboli è l’immagine della fiamma, evocata dalla disposizione particolare delle “antiforme”, cifra stilistica di Messori, e dalle linee di rosso, che vogliono richiamare il fuoco della curiosità e della passione, quel fuoco che noi professori vediamo accendersi negli occhi dei nostri allievi quando riusciamo a offrire loro i giusti stimoli. Le antiforme, figure umane non antropomorfe, contenitori di emozioni in perpetuo dialogo con l’esterno, sono in tutto 32, come gli alunni che hanno preso parte al progetto.
A corredo dell’opera pittorica, di per sé piuttosto astratta, si è deciso di riportare un breve testo poetico di mia composizione, una sorta di atipico commento verbale che fornisce una chiave di lettura altrettanto libera al manufatto pittorico. In realtà il processo creativo non si è articolato in fasi distinte, ma attraverso un fluido scambio di punti di vista che ha visto dialogare tra loro parole e immagini.
Prof. Francesco Barbieri

FOGONATI
Nati da sabbie di un preistorico mare
affocati:
questa stanca stanca chiunque.
E pur arde tra le scorie
della barbarie
iridescente un fuoco
– mare melmoso senza fari né boe
naufragare morire spegnersi sempre in agguato –
e pur esistono ancora mitici
i cacciatori di sguardi accesi
fogonati.
Solo come sa rischiarare il buio vuoto
la pupilla giovane che si accende
l’iride che si dilata
davanti alla storia che scorre
s’incanala e poi
come ovvio
si disperde.

Orecchie grandi e nasi smodati
segni folli sui muri vergati
Gianni – Gianni celati.
Alerp a l’arsave
ex fabbriche schiave di un lutto
che brucia i rottami della nave.
E l’indistinto chiacchiericcio stacca
un boato
grande come una piccola città.