Ogni anno il 3 maggio, giorno dell’ Invenzione della Croce, era festa speciale per la Madonna della torre. Si celebravano funzioni nella piazza, sfilavano religiosi e religiose, le autorità rendevano omaggio, infine, la sera, sparavano i moschettieri e si accendevano le luminarie. Inaspettatamente la sera del 3 maggio 1578 una di queste luminarie innescò un grande incendio. Crollarono la copertura e l’interno del tiburio, fuse il piombo del tetto e le campane, spezzando la volta, si frantumarono sul pavimento della chiesa. In tanta rovina solamente la Madonna di Bartolomeo Spani rimase “senza ornamenti, affumicata ma miracolosamente illesa”. Due devoti coniugi Stefano Melli e Antea Castelli erano tra coloro che assistettero sbigottiti allo spettacolo e si proposero di rimediare a tanto danno.
A distanza di tempo i due coniugi riuscirono a mettere a disposizione 800 ducatoni e 350 scudi d’oro per i restauri. I lavori terminarono nel 1604 e le celebrazioni furono riprese. Di queste celebrazioni resta memoria in un dipinto, opera di anonimo seicentesco, un po’ ingenuo e artisticamente modesto ma ricco di vita e accurato nella rappresentazione della piazza.
Sullo sfondo della piazza, resa immensa da una sbilenca prospettiva, campeggia, tra palazzi merlati, la facciata del Duomo. Il rifacimento clementesco biancheggia sfavillante, in basso il timpano e il tiburio forniscono il punto focale della scena. Sul tiburio stesso e sulla torre dell’Orologio, in cui si vede lo scomparso affresco di Lelio Orsi rappresentante Apollo che guida il carro del sole, sui davanzali guizzano torce a vento. Sui balconi gruppi di cantori e di “trombetti” innalzano inni. Nella piazza si snoda una fastosa processione nella quale spiccano i bianchi veli muliebri che si raccolgono in ampi cerchi. Sotto il Comune soldati fucilano il cielo coi loro “schioppetti”. In alto a destra, a lato della torre del Bordello, splende la luna. (A.M.)
Dove: For inspiration only, Diorama A