Bonaventura Corti (1729-1813), di Corte di Viano, è coetaneo di Lazzaro Spallanzani, nato solo un mese e mezzo prima di lui a Scandiano, a pochi chilometri di distanza. Il destino li porta a condividere dapprima gli studi, nel Seminario Collegio dei Gesuiti, a Reggio Emilia e in seguito ad iniziare assieme una carriera di insegnamento e ricerca. Corti, che nel frattempo viene ordinato sacerdote, diventa infatti Lettore di Metafisica e Geometria, presso il Seminario-Collegio, in cui Spallanzani occupa la cattedra di Fisica. Entrambi entrano a far parte dell’Accademia degli Ipocondriaci e quando Spallanzani, ordinato a sua volte sacerdote, si trasferisce all’Università di Modena, Corti subentra al suo posto.
Come docente Bonaventura Corti redige le Institutiones physichae, per dotare gli allievi di un testo moderno, come sacerdote è parroco della piccola chiesa dei SS. Nazario e Celso, ubicata in Cittadella, dove diviene direttore spirituale della Duchessa Maria Teresa Cybo d’Este, che qui vive ritirata. E’proprio lei a regalare a Corti due microscopi, con i quali egli inizia una serie di osservazioni di grande precisione, effettuando scoperte inedite ed entrando in corrispondenza scientifica, oltre che con l’amico Spallanzani, anche con importanti scienziati europei. Nel 1777 tuttavia, le vite parallele di Corti e Spallanzani improvvisamente divergono. Mentre questi, più determinato e ambizioso, è ormai docente a Pavia e moltiplica i suoi studi e le sue pubblicazioni, Corti in docile obbedienza alle deliberazioni del Duca Francesco III si trasferisce a Modena come Rettore del Collegio San Carlo. Ricopre l’incarico con dedizione per 23 anni riportando l’istituzione all’antico splendore, ma abbandona completamente una promettente attività di ricerca. A distanza di anni, in una lettera del 1785, lo scienziato svizzero Bonnet giudicherà ancora questa una grave perdita per le prospettive della Storia naturale. (S.C.)
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