Paolo Assalini nacque a Reggio nel 1759, nono di dodici figli. Precocissimo negli studi, ottenne la laurea in medicina, all’Università di Modena, a soli 23 anni; viaggiò a Londra e Parigi e nel 1785 entrò come chirurgo nell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Nell’ estate del 1796 si dovette confrontare con il collega Michelangiolo Morini per la direzione dell’ “Ospitale Militare”. Il confronto si trasformò presto in uno scontro. Il 21 giugno i due si incrociarono nella contrada “de Mari”. Dalle parole si passò presto ai fatti, le spade furono sguainate, ed il Morini cadde a terra colpito a morte. Assalini, per evitare il processo, si unì all’armata francese del generale Vaubois e abbandonò Reggio per sempre. Luigi Viani, nelle sue memorie commentò con sardonico realismo “che uno stesso delitto, sorte di diverso fato, altri è fatto Re, altri impiccato”.
La storia personale di Assalini divenne tutt’uno con la storia delle guerre napoleoniche. Assalini fu in Egitto, in Siria combattè a Marengo, in Spagna, in Prussica, in Russia. L’esperienza militare lo spinse ad ideare un astuccio contenente lo strumentario chirurgico indispensabile per operare sui campi di battaglia. Per i suoi meriti venne insignito della “Legion d’onore” e dell’ordine della “Corona Ferrea” e fu nominato medico personale del Viceré Eugenio Beauharnais.
Assalini continuò ad ideare strumenti chirurgici tra cui un forcipe ed un pressarterie che portano tuttora il suo nome; fu un precursore nell’indicare nel miglioramento delle condizioni igieniche generali un fattore indispensabile per accelerare le guarigioni. Inventò il “Gabinetto a trabocco”.
Emarginato, nel periodo della Restaurazione, Assalini si ridusse a curare i malati di tisi con stufe a secco ed a vapore da lui modificate. Morì, povero, a Capodimonte nel 1846. (A.M.)
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