Figura emblematica della cultura tecnico scientifica della seconda metà dell’Ottocento reggiano,Giovanni Rossi, di famiglia operaia e fino a sedici anni egli stesso operaio, si diploma prima ragioniere, poi perito agrimensore e subito viene incaricato all’insegnamento nello stesso Istituto Tecnico di Reggio che lo ha visto studente. Coltiva per la matematica un grande interesse, che lo porta a conseguire a Bologna l’abilitazione all’insegnamento di questa materia e che concretizza in alcuni studi di algebra e geometria elementare. Di questo suo interesse rimane una vasta raccolta di macchine e strumenti per automatizzare e rendere rapido il calcolo.
Tuttavia il suo interesse si sposta ben presto sulla ragioneria e sulla scienza contabile. Si inserisce nel dibattito in corso sulla revisione della contabilità statale, con interventi autorevoli e pubblicazioni, ed entra così in contatto con i maggiori esponenti delle scuole economiche del tempo. Dopo essersi dedicato al riordino della contabilità del Comune di Reggio Emilia viene chiamato nel 1881 alla Ragioneria Generale dello Stato, per concludere la sua carriera come Intendente di finanza a Modena, Reggio Emilia e Macerata.
L’intuizione di Rossi è quella di applicare la ragioneria non solo al semplice controllo economico, ma anche allo studio dei processi dell’intera gestione aziendale, precorrendo l’economia aziendale intesa come scienza. (S.C.)
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