inaugurazione
CASA ANNAMARIA E MARCO GERRA
presentazione a cura di Elisabetta Farioli
Questa sala ospita non solo le opere di Marco Gerra che i Musei Civici hanno raccolto nel corso degli anni, ma ricostruisce, per suggestioni, un ritratto più ampio ed esaustivo dell’artista reggiano e della casa in cui lavorava e concepiva le sue opere: fotografie, immagini, filmati, tessuti che Gerra, insieme alla moglie, collezionava e che trovano una particolare assonanza con la texture delle sue opere.
La sala Annamaria e Marco Gerra riunisce ed espone per la prima volta le opere raccolte dai Musei nel corso degli anni. Nel 2002, in occasione della grande mostra antologica che il Comune di Reggio e i Musei Civici organizzano nei Chiostri di San Domenico, la moglie dell’artista effettua una cospicua donazione di opere, di cui una selezione viene esposta in una sala della Galleria Fontanesi. In seguito a ulteriori donazioni avvenute nel 2010, in occasione della mostra Omaggio a Marco Gerra, e nel 2013, la sala offre un percorso esaustivo dell’opera del pittore reggiano che permette al visitatore non solo di ricostruire con precisione i passaggi essenziali della sua ricerca ma anche di restituire un ritratto dell’autore.
Marco Gerra nasce a Reggio Emilia nel 1925. Frequenta l’Istituto d’Arte Adolfo Venturi di Modena, diventando allievo di Renzo Ghiozzi. Nel 1946 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove segue i corsi di Giorgio Morandi, Virgilio Guidi, Roberto Longhi e Pompilio Mandelli. Sono questi gli anni in cui gli artisti cercano di superare il linguaggio dominante di Novecento attraverso la grande lezione del cosiddetto postcubismo di matrice picassiana, che concilia istanze di natura sociale e politica ad un’avanzata ricerca formale e che sfocerà poi nel dibattito tra Astrazione e Realismo che in Italia avrà tanta importanza. Appartengono alla prima fase della sua formazione i dipinti degli anni quaranta; inizialmente legati alla lezione morandiana, verso la fine del decennio già tradiscono l’influsso postcubista. Negli anni cinquanta Gerra vira decisamente verso le istanze della pittura informale, inizialmente nella sua accezione materica utilizzando il colore a olio impastato con la sabbia; poi, tra la fine degli anni cinquanta e i sessanta inizia la fase gestuale che utilizza sia l’irruenza del colore sia modalità più calligrafiche. Marco Gerra, insieme a Angela Bergomi, Nino Squarza e Gianni Ruspaggiari, anima l’avanguardia artistica reggiana che inizia a farsi notare nel 1959 con una contro-mostra organizzata in opposizione al Premio Città Tricolore, all’epoca maggior istituzione artistica in città e dominato ancora dalla cultura figurativa neorealista. A partire dai primi anni Sessanta Gerra sperimenta un maggior controllo formale attraverso con dipinti seriali; alcuni indagano il rapporto tra musica e forma, altri si ispirano a memorie biologiche primordiali, altri ancora sublimano la ricerca attraverso la pura contrapposizione di forma e colore su superficie bidimensionale, in assonanza con le più avanzate sperimentazioni della Hard edge painting americana. I lavori degli anni Settanta e Ottanta insistono sulla connessione tra sequenza formale geometrica e colore, esasperando la ricerca fino all’abbandono della bidimensionalità e al raggiungimento della terza dimensione, toccando così nell’ambito della percezione fenomeni di alterazione prospettica, tanto da far parlare di ricerche compiute nel campo della fisica ottica e dinamica. L’attitudine di Gerra, presente in lui dagli anni della formazione fino all’ultimo periodo della sua ricerca artistica, ad essere sempre aggiornato rispetto agli sviluppi culturali e tecnologici del mondo contemporaneo che lo circonda, resta la cifra stilistica anche dei suoi lavori più recenti che prevedono tecniche moderne come la stampa a computer su plexiglass.
L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione
Info:
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede.
musei@comune.re.it