I materiali amazzonici si devono ai membri di una stessa famiglia di donatori: gli Schivazappa. L’agente consolare al Parà Enrico Schivazappa (1847-1890) raccolse tra il 1883 ed il 1887/1888 oggetti pertinenti a diversi gruppi di popolazioni.
È dei Crichanà, sul rio Jauaperì, il nucleo di oggetti più corposo: vi compaiono ornamenti, armi, strumenti musicali e vasellame. Dei Paumary sul rio Purùs una ubà o canoa piccolissima, pettini ed ornamenti rotiformi, significativi esempi d’arte plumaria. Notevoli le maschere di tapa da attribuirsi ai Ticuna del rio Solimoes. Proveniente dall’Amazzonia peruviana (rio Santiago) è una testa ridotta (tsantsa) di un capo guerriero Hambiza.
Nel 1896 saranno i nipoti dell’agente consolare, Armando ed Enrico, a continuare ad arricchire con i loro doni le raccolte del Museo di Reggio. Giungono infatti reperti relativi ai Caraja ed ai Cayapò sul rio Araguaia: armi, ornamenti, vasellame, pipe, manufatti in pietra levigata ed una pagaia dipinta.