“Tutti codesti vecchi arnesi, usati quando la forza stava in luogo della ragione, sono stati tratti fuori di nuovo, non per martoriare la umanità, ma per venire a fare testimonianza che i tempi presenti sono non solamente più savi degli antichi, ma anche più buoni, più umani e caritatevoli.”
C. Livi
Le riflessioni nate dalla cultura positivistica, che avevano come principio cardine la fiducia nella ragione, portarono a nuove idee sulla malattia e alla presa di distanza dall’uso indiscriminato di questi strumenti come mezzi di custodia e di repressione; negli anni ’70 dell‘800, a Reggio Emilia come in molti altri luoghi di cura (in cui si conservarono gli strumenti medici non più in uso), nacque un deposito di antichi strumenti di contenzione, o “museo di anticaglie”, come lo definisce Carlo Livi, che per primo raccolse gli arnesi che erano stati usati in epoche precedenti per contenere i malati. Tali esposizioni avevano lo scopo di mostrare anche i progressi, le scoperte e le applicazioni che formavano un titolo di vanto per la scienza psichiatrica e la sua istituzione.