Carlo Livi fonda nel 1875 la “Rivista Sperimentale di Freniatria e di Medicina Legale delle alienazioni mentali”, affermatasi ben presto come la vetrina più autorevole per la classe psichiatrica italiana. In pubblicazione ininterrotta da allora, la Rivista Sperimentale di Freniatria è il più antico periodico italiano di psichiatria.
Su di essa hanno pubblicato lavori di ricerca che hanno contribuito a modificare gli orientamenti dottrinali e i paradigmi di riferimento delle discipline in questione, i più importanti studiosi e psichiatri italiani e stranieri, da Golgi a Krafft-Ebing, da Lombroso a Levi-Bianchini, a Basaglia e Borgna. Nella Rivista si sono così rispecchiati, pur nel variare delle direzioni e delle redazioni, i movimenti culturali, gli orientamenti ideali, gli interrogativi, i problemi, le domande fondamentali, gli sviluppi e le svolte che hanno contrassegnato la storia della psichiatria, talvolta segnandola profondamente, talaltra riflettendone il movimento in nuove direzioni.
La Rivista si è sforzata di essere sempre attenta a superare una logica strettamente disciplinare, privilegiando piuttosto il dialogo fra saperi contigui, accomunati dall’interesse per le persone, nella loro irriducibile singolarità, e per la società, con l’intento di contribuire alla ricerca del senso e del significato sia delle condizioni di sofferenza che del benessere psichico.
La Rivista si rivolge a chi opera in psichiatria, a tutte le diverse professionalità implicate nel lavoro sociale, educativo, giuridico, antropologico, che spesso devono integrarsi con l’intervento terapeutico-riabilitativo e non da ultimo a chiunque sia consapevole della grande influenza che anche la singola persona può avere, nella sua interazione con gli altri e nell’esplicazione dei propri ruoli sociali, nel produrre orientamenti culturali e nel promuovere sofferenza o salute mentale.