Inchieste giornalistiche e prese di posizione politiche si susseguono negli anni ‘60 per denunciare le condizioni di arretratezza e di inadeguatezza degli Ospedali Psichiatrici italiani. All’estero non mancano riferimenti culturali alternativi al manicomio ed esperienze originali, dalla Psichiatria di Settore francese, alla comunità terapeutica di Maxwell Jones e proprio a quest’ultima esperienza Franco Basaglia si ispira nel processo di umanizzazione e di liberalizzazione dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia.
Nel 1968, in un clima culturale in grande e veloce cambiamento, il Ministro della Sanità Luigi Mariotti che aveva definito i manicomi “lager germanici” e “bolge dantesche” firma la Legge di riforma psichiatrica che porta il suo nome. Con la Legge Mariotti viene abolito l’obbligo di iscrizione nel Casellario giudiziale e si prevede la possibilità del ricovero volontario; inoltre vengono previsti i Centri di Igiene Mentale, costituiti da equipe multi professionali (psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali).
Reggio Emilia è in prima fila nell’avvio dell’esperienza territoriale e nel 1968 la Provincia apre i primi Centri di Igiene Mentale, affidati dal 1969 a Giovanni Jervis, psichiatra che aveva lavorato con Basaglia a Gorizia. L’apertura dei CIM non modifica ruolo e funzioni dell’Ospedale Psichiatrico ma per la prima volta la risposta a problemi di natura psichiatrica è anche fuori dalle mura del San Lazzaro. La parola psichiatria non è più solamente sinonimo di manicomio.
1961 Franco Basaglia viene nominato Direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia
1968 Promulgazione della Legge Mariotti
1968 Franco Basaglia pubblica L’istituzione negata
1969 Giovanni Jervis viene incaricato di dirigere i Centri di Igiene Mentale a Reggio Emilia