Alla morte prematura dello Zani, venne chiamato alla direzione Carlo Livi (direttore 1873-1877) che proseguì l’opera di rinnovamento dell’Istituto, che avrebbe voluto sviluppare anche un nuovo progetto architettonico, simile a “villaggio della salute”, con abitazioni anche signorili sparpagliate nel parco: riuscì a realizzare solamente il Villino pompeiano, progettato nel 1874, idoneo ad ospitare un malato con il proprio domestico o, se la malattia lo consentiva, con la propria famiglia.
Gli anni della direzione del Livi coincidono anche con la diffusione della psichiatria positivistica, per cui l’insegnamento divenne uno strumento indispensabile per formare la nuova classe di medici. Nel 1874 dunque, Livi sottoscrisse una convenzione con l’Università di Modena e l’ospedale divenne sede della Clinica Psichiatrica Universitaria. Livi inoltre potenziò la Biblioteca (che oggi porta il suo nome) e i laboratori scientifici, a cui si aggiunse il laboratorio di psicologia, uno dei primi in Italia; creò inoltre il Museo craniologico e il “Museo di anticaglie” in cui raccolse e conservò i vecchi strumenti di contenzione e terapia, e fondò la Gazzetta del Frenocomio e la Rivista Sperimentale di Freniatria (1875).
Gli anni della direzione di Augusto Tamburini (direttore 1877-1907) vennero caratterizzati da una progressiva maturazione scientifica: si approfondirono le pratiche terapeutiche (e venne stabilmente introdotto l’uso delle cartelle cliniche) e socio-riabilitative (come laboratori di canto e disegno), venne inaugurata una scuola professionale per infermieri e fu introdotto l’uso della fotografia a scopo diagnostico e documentario. Lo stesso Tamburini, scrisse una guida dettagliata all’istituto (1880, riedita nel 1900), ad uso dei visitatori che, a scopo turistico e dietro pagamento di un biglietto d’ingresso, di domenica erano ammessi a visitare l’istituto.
In quegli anni il San Lazzaro vide riconosciuta la propria supremazia fra i manicomi italiani: l’Ospedale Psichiatrico di Reggio nel 1880 ospita il III congresso della Società Freniatrica Italiana, associazione di cui, cinque anni più tardi, il direttore Augusto Tamburini divenne presidente ed è visitato dagli alienisti più celebri dell’epoca in Europa (Jean-Martin Charcot, Richard Krafft-Ebing, Emil Kraepelin nel 1881), e anche da altre personalità esterne al mondo della psichiatria (si ricorda la visita di Giosuè Carducci nel 1899).
La direzione del manicomio reggiano curava molto la propria immagine di istituzione moderna, di centro di ricerca all’avanguardia, anche partecipando a molte esposizioni in Italia e all’estero, come a Berlino e Parigi: proprio nella capitale francese il San Lazzaro vinse la medaglia d’oro all’Esposizione Universale del 1900 nella sezione “Economia sociale, Igiene ed Assistenza pubblica”.
Tamburini si trasferì a Roma nel 1907 e cessò anche l’insegnamento della Clinica Psichiatrica.
1861 Proclamazione del Regno d’Italia
1875 Carlo Livi fonda la Rivista Sperimentale di Freniatria; Primo convegno dei Freniatri italiani (Imola)
1876 Viene istituita la Sezione per maniaci presso il carcere di Aversa; Cesare Lombroso pubblica L’uomo delinquente
1877 Inizio della Direzione di Augusto Tamburini
1883 Emil Kraepelin pubblica il Trattato di psichiatria
1892 Viene aperto il Manicomio criminale di Reggio Emilia
1900 Assegnazione al San Lazzaro della Medaglia d’oro all’Expo di Parigi