Nel 1409 Reggio tornava, dopo la breve parentesi tra il 1290 e il 1306 sotto Obizzo d’Este, nell’orbita degli Estensi, che l’avrebbero tenuta, salvo brevi interruzioni, fino all’unità d’ltalia.
Cominciava così un periodo di pace e di lenta ripresa, caratterizzato anche da grandi personalità politiche e culturali, quali Matteo Maria Boiardo, governatore di Reggio dal 1487 al 1494 e lo storico Francesco Guicciardini, dal 1517 al 1523. Anche Reggio avrebbe vissuto allora la propria stagione rinascimentale, grazie al consolidarsi di più favorevoli congiunture economiche.
Questa generale condizione di benessere e di floridezza del mercato avrebbe influito sullo sviluppo delle arti e delle lettere – nel 1474 era nato in cittadella Ludovico Ariosto, negli stessi gli anni sono attivi il Correggio, Lelio Orsi, gli scultori Bartolomeo Spani e Prospero Sogari detto il Clemente, l’economista Gasparo Scaruffi – e avrebbe prodotto un’autentica rinascita edilizia, patrocinata oltre che dagli ordini religiosi anche da grandi personaggi quali Filippo Zoboli, vescovo di Comacchio, Buonfrancesco Arlotti, vescovo di Reggio, e da numerose famiglie legate alla corte ferrarese o alle nuove attività economiche.
Sotto la dominazione della casa d’Este dal 1409, Reggio Emilia nel Quattrocento assiste ad un celere sviluppo urbanistico ed economico.
Nato a Reggio Emilia nel 1474 da Nicolà Ariosto, allora governatore della città, e Daria Malaguzzi Valeri, il poeta rimase sempre legato alla sua città natale, trascorrendo i mesi estivi presso il Mauriziano, villa della famiglia materna. A lungo le decorazioni pittoriche ornanti le tre stanze di levante in cui alloggiava il poeta vennero attribuite a Nicolò dell’Abate, operante in città negli anni Quaranta del Cinquecento, come attesta l’affresco proveniente dalla facciata di Palazzo Pratonieri.
Nel 1874 una piccola falange del poeta fu donato al Comune e nel 1882 Naborre Campanini propone al Comune di Reggio di creare una biblioteca specializzata in opere ariostesche presso il Mauriziano. Il progetto sarà accolto solo nel 1926 dando vita alla Raccolta Ariostesca, conservata presso la Biblioteca Panizzi, che oggi conta 639 volumi.
È alla città stratificata e composita del Duemila che allude la fotografia di Emily Allchurch, mentre al favoloso volo sulla luna compiuto da Astolfo nell’Orlando Furioso aspira il protagonista ritratto nella foto Afronauti di Cristina De Middel
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