I Musei Civici di Reggio Emilia intendono avvicinare e coinvolgere le persone con disabilità che non frequentano abitualmente le sedi museali, attraverso percorsi e strumenti pensati ad hoc. Questo progetto si collega ai più ampi obiettivi di inclusione sociale promossi dal Comune di Reggio Emilia, con il programma “Città senza barriere”, di cui esso è parte integrante.
L’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della regione Emilia Romagna, nell’ambito dell’attuazione delle “Linee guida per il godimento del patrimonio museale da parte di persone con disabilità”, ha inoltre coinvolto i Musei Civici di Reggio Emilia per avviare una sperimentazione di diversi possibili approcci alla disabilità.
La volontà dei musei è oggi sempre più quella di essere strumenti capaci di offrire a tutti l’opportunità di accedere al patrimonio culturale, nell’intento di costruire esperienze di collaborazione virtuosa fra diverse realtà, in cui saperi e competenze possano generare interessanti occasioni e in cui l’interazione con il territorio diventi valore imprescindibile.
Nella primavera 2015 sono iniziati i primi incontri tra Musei Civici di Reggio Emilia, Ausl, Centri diurni e Centri residenziali per disabili adulti, per condividere esigenze e obiettivi. Da questo confronto gli educatori dei Musei, hanno elaborato una proposta di carattere laboratoriale ed esperienziale capace di coinvolgere persone con un grado di disabilità anche elevato. Gli incontri in Museo sono iniziati il 15 febbraio e si sono conclusi il 13 aprile 2016, hanno aderito 10 centri diurni e 2 centri residenziali, coinvolgendo più di 100 persone.
Il museo, luogo che custodisce oggetti preziosi perché portatori di storie e che preservano memoria e bellezza, si pone all’interno di questo progetto innanzitutto come luogo di fascinazione, di inclusione sociale e di apprendimento “informale”.
L’attenzione di chi si occupa di educazione all’interno di un museo è principalmente rivolta a favorire una condizione emotivamente positiva nell’individuo e a creare una sintonia con la dimensione del quotidiano. Questo particolare approccio si pone in linea con la definizione dell’Organizzazione mondiale della Sanità -OMS- che definisce il benessere quale “stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale” che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società.
Il museo può così diventare laboratorio di esperienze e sperimentazioni in grado di sollecitare pensieri e generare benessere personale.
Mettersi in gioco in questi termini sollecita anche il personale dei Musei a riflessioni sull’organizzazione stessa del museo, dalla progettazione e dall’allestimento degli spazi laboratoriali.
Con questa esperienza ci si propone di:
– creare inclusione sociale e pari opportunità nel godimento del patrimonio museale
– avere familiarità con i luoghi della cultura, quali spazi di arricchimento personale
– favorire una condizione emotivamente positiva nell’individuo
– stimolare le capacità creative e comunicative in persone con deficit cognitivo/sensoriali