Gigi Mariani è un orafo che vive e lavora a Modena. I suoi gioielli sono attualmente esposti nella mostra “Connessioni. Gigi Mariani per i 150 anni del Museo Civico”, in corso fino al 6 gennaio 2022 presso il Palazzo dei Musei di Modena, nell’ambito delle celebrazioni dei 150 dalla fondazione del Museo Civico e noi abbiamo colto l’occasione di intervistarlo per saperne di più sul suo percorso professionale e artistico.
Come ha iniziato, quali sono state le tappe della sua formazione?
“Ho iniziato con un apprendistato a bottega nel 1983 nella mia città, Modena. Nel 1985, sempre a Modena, ho aperto il mio primo negozio-laboratorio, insieme a mia moglie. Successivamente ho seguito diversi seminari per approfondire aspetti legati all’oreficeria.
Nel 1990 la prima collaborazione con il Museo Civico di Modena in occasione del riallestimento del percorso espositivo e successivamente nel 2004 in occasione dell’inaugurazione del Parco Archeologico della Terramara di Montale. In entrambi i casi sono state realizzate repliche in argento di ornamenti dell’età del bronzo.
Nel 2009 a Todi, Firenze, Padova ho partecipato a diversi workshop tenuti da maestri dell’oreficeria contemporanea per approfondire tecniche di oreficeria classiche come il Niello, la Granulazione o tecniche giapponesi come il Mokume, tecniche da me a volte estremizzate per riuscire a coniugare al meglio l’oreficeria con la pittura – altra mia passione – e sviluppare così la mia esigenza di ricerca.
Tutto questo negli anni ha portato a dei risultati, partecipando a concorsi ho vinto premi come Joid’art, Enjoia’t 2012 a Barcellona, il premio Cominelli nel 2013 e il primo premio a Joya 2014 sempre a Barcellona, inoltre sono stato selezionato nel 2015 e 2020 al prestigioso Herbert Hofmann Prize a Monaco di Baviera. Dal 2013 sono vicepresidente dell’Associazione Gioiello Contemporaneo Italia (AGC).
Oggi i miei pezzi sono presenti in diverse collezioni, dal Museo degli Argenti di Firenze alla collezione Helen Drutt (USA), collaboro con gallerie internazionali e svolgo mostre personale e collettive. Praticamente ho iniziato come orafo professionale classico e negli anni e ho sviluppato la mia ricerca fino a diventare orafo artista-autore.”
Da cosa trae la sua ispirazione e come si esprime?
“Il concept del mio lavoro può riassumersi nella ricerca di equilibrio tra l’aspetto tecnico e l’aspetto informale, una sintesi tra ciò che cercavo in pittura per poi trasmetterlo nella gioielleria. Un lavoro lento, un percorso che necessita di diverse tecniche, perché un gioiello nasce per essere indossato, e quindi deve avere pesi e caratteristiche precise. Bisogna mettere togliendo, dare espressione, cercando equilibrio.
La mia passione per la pittura, informale segnica, materica, dove il colore o un segno rappresentano un’emozione o un particolare stato d’animo mi ha spinto a cercare qualcosa di analogo in oreficeria e l’ho trovato utilizzando le antiche tecniche del niello, della granulazione o le ossidazioni usate in modo pittorico, informale. Il contrasto tra il nero – utilizzando la tecnica del niello – e l’oro creano emotivamente un richiamo con l’antico ma sono al contempo di grande suggestione contemporanea, cerco sempre di ottenere una cifra espressiva molto personale: il gioiello per me è la base e lo uso come un pittore utilizza la tela per trasmettere propri concetti ed emozioni.
Per la mostra “Connessioni” ho cercato di mettermi in relazione col pensiero e con le opere di altri artisti o artigiani del passato presenti nelle raccolte del Museo, per dare vita a creazioni contemporanee che nelle forme e nelle suggestioni infondono uno slancio dinamico verso il futuro.
È stato un lavoro iniziato nel 2019, condiviso con la direzione del Museo di Modena, che ha portato alla creazione di un percorso che si snoda nelle diverse sale, pensato in collaborazione con i curatori delle raccolte di archeologia, arte e artigianato e che vuole essere un omaggio ai 150 anni di storia del Museo Civico.
La collezione si compone di ventisette pezzi unici: come gli anelli puzzle ispirati ai vetri e ai pavimentazioni di età romana, esposti nella sezione archeologica, la quale è di per sé un luogo immenso di sollecitazioni creative; così come la collezione Gandini di tessuti e ricami, con le sue trame, i pieni e i vuoti, mi ha dato ispirazione per una collana realizzata anche con l’uso del laser.”
Quali progetti per il futuro?
“L’intenzione è di proseguire con la mia ricerca e continuare le collaborazioni già in atto con gallerie e istituzioni, di portare a termine progetti già programmati e di iniziarne altri.
Una prima conseguenza dell’esposizione allestita al Museo Civico di Modena è l’invito che ho ricevuto a partecipare nel 2022 ad una mostra presso una importante galleria di Vienna che ha apprezzato i gioielli presentati.”