Abbracci forte tua figlia e le dici di andare a nascondersi con gli altri bambini. Poi ti cingi i fianchi e la veste con la tua bella cintura di pelle con borchie di bronzo, in modo da essere più libera nei movimenti, e segui i guerrieri. Senza fare alcun rumore vi nascondete chi tra i rami degli alberi, chi tra le rocce e chi tra le fessure nel terreno, aspettando che arrivi l’esercito romano. I Romani non si fanno attendere a lungo: con il loro passo pesante fanno tremare il bosco e ingenuamente vi segnalano la loro posizione. Alcuni di voi aspettano che il grosso dell’esercito sia ormai passato e attaccano con fionde e frecce la retroguardia romana: diversi soldati cadono feriti o uccisi senza neppure avere avuto il tempo di capire cosa stia succedendo.
Nell’esercito romano si diffonde il panico: i legionari non sanno come difendersi contro nemici che neppure riescono a vedere. I Romani si stringono gli uni agli altri, ma di lato giunge contro di loro una nuova ondata di proiettili. I comandanti vanno avanti e indietro gridando ordini, ma i soldati, stanchi per la salita al monte e impauriti di fronte ad un nemico invisibile, cominciano a vacillare.
Un gruppetto di Liguri che erano nascosti nel terreno attacca fulmineo alle spalle un manipolo di legionari, ne abbatte alcuni e subito fugge via scivolando tra le scarpate e sparendo in anfratti che solo voi, che da sempre abitate questi luoghi, potete conoscere.
Dopo diverse azioni di questo tipo, i soldati romani cominciano a disperdersi. A nulla servono le grida imperiose dei loro condottieri: i soldati si danno alla fuga, ad uno ad uno. Uno dei loro comandanti lancia un grido di rabbia e guarda in alto verso i rami degli alberi, dritto verso di te che sei accucciata accanto al vostro capo e ad altri guerrieri liguri. Vi ha visti! Mormorando parole di cui non capisci il significato ma che hanno il sapore di una maledizione, utilizza una fionda per scagliare contro di voi un proiettile di metallo. In una frazione di secondo capisci le sue intenzioni e spingi di lato il vostro capo.
Un attimo dopo il proiettile si conficca nel tronco dell’albero, a poche spanne dalla sua testa. Il comandante grida ancora di rabbia, ma poi volta il cavallo e si ritira seguendo le orme del suo esercito. Tornerà, glielo hai letto negli occhi, ma per un po’ siete salvi. Alzate un grido di gioia e ringraziamento rivolto al cielo e agli dei, e vi apprestate a tornare vittoriosi al villaggio.
Chiudi gli occhi e punta il dito sulla tabella del fato: