Aspettando Fontanesi
pittura dell’Ottocento oggi nelle grandi esposizioni italiane

Reggio Emilia, Sala del Tricolore
Da venerdì 14 dicembre – ore 18

Nell’attesa della grande mostra ‘Antonio Fontanesi e la sua eredità’, che si terrà a Palazzo dei Musei di Reggio Emilia dal prossimo aprile, inizia venerdì 14 dicembre in Sala del Tricolore il ciclo di conferenze ‘Aspettando Fontanesi’, incentrato sulle più importanti mostre dedicate ai maestri e alla pittura dell’Ottocento in questo momento in corso a Ferrara, Milano, Torino, Forlì.
Con questo scambio culturale, animato dagli interventi di studiosi, curatori delle mostre e direttori di Gallerie e Musei, Reggio Emilia inizia così un percorso di avvicinamento alla retrospettiva sul Fontanesi, ‘indagando’ sugli autori e l’ambiente artistico ‘respirati’ dal pittore e incisore reggiano.
‘Aspettando Fontanesi’ è promosso e organizzato dai Musei Civici in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di commercio di Reggio Emilia, Apt Servizi.

‘Aspettando Fontanesi’ è composto da quattro incontri, uno al mese da dicembre 2018 a marzo 2019, cioè sino a ridosso dell’inaugurazione della grande mostra sul pittore reggiano, e saranno tutti al venerdì, con ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti).

Si inizia il 14 dicembre con Vasilij Gusella, curatore per la Fondazione Ferrara Arte, illustrerà il percorso espositivo della rassegna “Courbet e la natura”. Gli altri appuntamenti di “Aspettando Fontanesi”: 11 gennaio, “Romanticismo” con Fernando Mazzocca, 22 febbraio, “I Macchiaioli” con Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti, 22 marzo, “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini” con Francesco Leone.

‘Aspettando Fontanesi’ è promosso e organizzato dai Musei Civici in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di commercio di Reggio Emilia, Apt Servizi.

 

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Venerdì 14 dicembre alle ore 18, nella Sala Tricolore di Reggio Emilia (in piazza Prampolini 1) Vasilij Gusella, curatore per la Fondazione Ferrara Arte, illustrerà il percorso espositivo della rassegna Courbet e la natura.
L’esposizione, aperta fino al 6 gennaio 2019 al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, racconta la carriera di Gustave Courbet e consente di scoprire il suo originale e rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio.
Una cinquantina di opere provenienti dai più importanti musei internazionali, come la National Gallery di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, invitano il visitatore a seguire il filo che dal paesaggio di matrice romantica conduce a quello realista, fino ai presupposti dell’impressionismo.
La mostra, a cura di Dominique de Font-Réaulx, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludermacher e Vincent Pomarède, è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Provocatore, padre del realismo e uomo dalla personalità complessa, Courbet fu anche un eccellente paesaggista, che considerava la natura la sua principale fonte di ispirazione: non a caso due terzi della sua produzione sono costituiti da panorami, vedute, scorci, orizzonti, lande campestri, in cui il protagonista è l’elemento naturale.

Per la prima volta dopo circa cinquant’anni dall’ultima rassegna a lui dedicata, Gustave Courbet torna in Italia. Palazzo dei Diamanti gli rende omaggio con un’importante retrospettiva che racconta la carriera del grande maestro francese, approfondendo, in particolare, la sua ampia produzione di paesaggi e il suo singolare rapporto con la natura.
L’esposizione presenta circa cinquanta tele provenienti dai più importanti musei internazionali e conduce il visitatore in un percorso emozionante: dalle vedute della natia Franca Contea alle spettacolari marine spesso scosse dalla tempesta, dalle misteriose grotte da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai sensuali nudi immersi in una rigogliosa vegetazione alle suggestive scene di caccia, fino ai potenti capolavori realisti della maturità.
Dotato di una rara sensibilità, la sua visione personale ma realistica del mondo lo ha portato a innovare profondamente la pittura. Le sue opere, mantenendosi in bilico fra gli echi del Romanticismo e i riflessi di un Impressionismo che proprio in quegli anni muoveva i primi passi, rappresentarono un sicuro modello di riferimento per Manet, Monet, Degas e compagni. In questo senso la sua passione per il mondo naturale lo portò a ‘fotografare’ gli angoli più reconditi dei luoghi in cui si recò nel corso dei suoi frequenti viaggi – Parigi, la natia Ornans e i suoi dintorni, le coste della Normandia e del Mediterraneo, la Germania e la Svizzera – restituendoci tutto il sentimento realista, e insieme lirico, di quegli umidi sottoboschi, dei cieli immensi, dei mari, dei torrenti, delle cascate, dei corsi d’acqua e delle grotte.

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Gli altri incontri di ‘Aspettando Fontanesi’

Venerdì 11 gennaio 2019 sarà la volta di Fernando Mazzocca curatore della mostra Romanticismo che si svolge a Milano, alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala e al Museo Poldi Pezzoli dal 26 ottobre 2018 al 17 marzo 2019, prima mostra dedicata al contributo italiano al movimento che ha cambiato, nel corso della prima metà dell’Ottocento, la sensibilità e l’immaginario del mondo occidentale.
Milano – che tra le grandi città d’Italia è quella che ha avuto in quegli anni la maggiore vocazione europea – è stata uno dei centri della civiltà romantica, sia per quanto riguarda le arti figurative, che sul versante letterario e musicale. Pensiamo alle esposizioni d’arte, ai grandi collezionisti, alle imprese editoriali, ai teatri – tra cui La Scala – e a protagonisti come Foscolo, Manzoni, Rossini, Hayez e Verdi.
L’esposizione celebra l’identità e il valore del Romanticismo italiano, in rapporto a quanto si andava manifestando nel resto d’Europa – in particolare in Germania, nell’Impero austriaco, in Inghilterra e in Francia – tra il Congresso di Vienna e le rivoluzioni che nel 1848 sconvolsero il vecchio continente. Le opere esposte alle Gallerie d’Italia di Milano e al Museo Poldi Pezzoli documentano un periodo che va dai fermenti preromantici fino alle ultime espressioni di una cultura che, almeno nel nostro Paese, avrà termine con la realizzazione dell’Unità d’Italia e l’affermazione del Realismo, che del Romanticismo rappresenta l’antitesi.

In mostra, i dipinti dei maggiori interpreti della pittura romantica: Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Giovanni Carnovali detto Il Piccio, Massimo d’Azeglio, Giovanni Migliara, Angelo Inganni, Giuseppe e Carlo Canella, Ippolito Caffi, Salvatore Fergola, Giacinto Gigante, Pitloo, Domenico Girolamo Induno. Tra le sculture spiccano i lavori di tre straordinari maestri: Lorenzo Bartolini, Pietro Tenerani e Vincenzo Vela. Non mancano grandi artisti di diversa nazionalità attivi in Italia, come Caspar David Friedrich, Franz Ludwig Catel, Jean-Baptiste Camille Corot, William Turner, Friedrich von Amerling, Ferdinand Georg Waldmüller, Karl Pavlovič Brjullov, che permettono di approfondire le relazioni intercorse tra il Romanticismo italiano e quello europeo.

Venerdì 22 febbraio 2019,

Venerdì 22 febbraio 2019, con Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti, sarà presentata la mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità, curata da Cristina Acidini e Virginia Bertone, in corso alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino fino al 24 marzo 2019.

La mostra si concentra sull’esperienza dei pittori macchiaioli che costituisce uno dei momenti più alti e significativi della volontà di rinnovamento dei linguaggi figurativi, divenuta prioritaria alla metà dell’Ottocento. Fu a Firenze che i giovani frequentatori del Caffè Michelangiolo misero a punto la ‘macchia’. Questa coraggiosa sperimentazione porterà a un’arte italiana “moderna”, che ebbe proprio a Torino, nel maggio del 1861, la sua prima affermazione alla Promotrice delle Belle Arti.
Negli anni della sua proclamazione a capitale del Regno d’Italia, Torino visse una stagione di particolare fermento culturale. È proprio a questo periodo, e precisamente nel 1863, che risale la nascita della collezione civica d’arte moderna – l’attuale GAM – che aveva il compito di documentare l’arte allora contemporanea.
A intessere un proficuo dialogo con la pittura macchiaiola è la prestigiosa collezione ottocentesca della GAM, che favorisce un’inedita occasione di studio. In questa prospettiva un’attenzione particolare viene restituita ad Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e Alfredo D’Andrade) e ai liguri della Scuola dei Grigi (Serafino De Avendaño, Ernesto Rayper), individuando nuovi e originali elementi di confronto con la pittura di Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani, protagonisti di questa cruciale stagione artistica.
A parlare della mostra saranno Virginia Bertone, conservatore capo della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, e Silvestra Bietoletti, storica dell’arte e specialista di pittura macchiaiola.
La mostra si concluderà il 24 marzo 2019, giusto in tempo perché alcuni capolavori della pittura di Fontanesi, tra cui La quiete, raggiungano Reggio Emilia per prendere parte alla mostra Antonio Fontanesi e la sua eredità, di imminente apertura e di cui la dottoressa Bertone è co-curatrice insieme ad Elisabetta Farioli e Claudio Spadoni.

La mostra di Torino, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore, a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone, con il coordinamento tecnico-scientifico di Silvestra Bietoletti e Francesca Petrucci, vede la collaborazione dell’Istituto Matteucci di Viareggio e presenta circa 80 opere provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private, in un ricco racconto artistico sulla storia del movimento, dalle origini al 1870, con affascinanti confronti con i loro contemporanei italiani.


Foto:
Cristiano Banti, In via per la chiesa (il ritorno dalla messa), 1865 circa, Olio su tavola
Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio
Credito fotografico: Società di Belle Arti

 

  

Ottocento. L’arte italiana tra Hayez e Segantini
Francesco Leone

Ci avviciniamo ormai all’apertura dell’attesa mostra “Antonio Fontanesi e la sua ereditá. Da Pellizza Da Volpedo a Burri.”
Il 22 marzo alle ore 18.00 presso la Sala del Tricolore, per il quarto ed ultimo appuntamento della rassegna Aspettando Fontanesi, sarà protagonista l’Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini, a Forlì, ai Musei San Domenico, fino al 16 giugno 2019
A illustrare la mostra, in corso presso i Musei di San Domenico a Forlí e visitabile fino al 16 giugno sarà il curatore Francesco Leone.

Incentrata sui cinquant’anni intercorsi tra l’Unitá d’Italia e la Grande Guerra, anni esaltanti e tormentati che hanno visto gli intellettuali e gli artisti impegnati sul fronte comune di promuovere una nuova coscienza unitaria, la mostra propone un confronto inedito tra le esperienze dei movimenti più sperimentali, come i Macchiaioli e i Divisionisti, e la cosiddetta arte “ufficiale”. L’arte di quei cinquant’anni è stata non solo un formidabile strumento celebrativo e di propaganda, ma anche e soprattutto il mezzo più efficace e popolare per fare conoscere agli italiani i percorsi appassionanti e contradditori di una storia antica e recente caratterizzata da aspirazioni e slanci comuni, ma anche da drammatiche tensioni e divisioni. Attraverso una selezione di opere diventate iconiche, le dieci sezioni della mostra ricostruiscono i percorsi dei diversi generi, da quello storico alla rappresentazione della vita moderna, dall’arte di denuncia sociale al ritratto, al paesaggio.

Protagonisti di quei tormentati decenni sono pittori come Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, Pompeo Molmenti, Faruffini, Cesare Maccari, Muzzioli, Costa, Fattori, Signorini, Lega, Lojacono, Patini, De Nittis, Boldini, Zandomenenghi, Corcos, Tito, Mancini, Previati, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Michetti, Segantini, Sartorio, Balla, Boccioni, e scultori come Vela, Cecioni, Bazzaro, Butti, Monteverde, Gemito, Troubetzkoy, Bistolfi, Canonica.
Protagonisti di correnti molto diverse sono stati accomunati dall’ambizione di creare, superando gli idiomi locali, una lingua comune in cui tutti gli italiani potessero riconoscersi.

Il ciclo di incontri “Aspettando Fontanesi” è promosso e organizzato dai Musei Civici in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di commercio di Reggio Emilia, Apt Servizi.

per approfondire anche i temi dei precedenti appuntamenti: “Courbet e la Natura” con V. Gusella, “Romanticismo” con F. Mazzocca, “I Macchiaioli” con V. Bertone e S. Bietoletti

per il riconoscimento del credito formativo è stata inviata la richiesta di CFP per Architetti

 

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

Info:

0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede.
musei@comune.re.it