Giulia Grafide

 

Giulia Grafide, la bambina

Giulia Grafide, la bambina

Da quando abito a Regium Lepidi le mie notti sono veglie per il rumore assordante dei carri che trasportano merci: cigolano, dondolano e procurano un chiasso insopportabile per tutta la città, trasformando in scossoni anche i più piccoli avvallamenti tra i lastroni della Via Aemilia. Il padre che mi ha adottata dice che questa è una buona strada, lui molto se ne intende, infatti è membro del collegio dei Seviri Augustales, magistrati legati al culto di Augusto. Questo imperatore fece pavimentare la via Aemilia, nel tratto in cui attraversa la città, con i basoli di trachite per renderla più monumentale. Mio padre dice sempre che dobbiamo esser grati agli ingegneri romani perché i basoli son ben saldi, il loro peso e la forma a cuneo ne garantiscono la giusta presa al sottofondo di sabbie e ghiaie. Questa pavimentazione e la forma a schiena d’asino evitano l’accumularsi di fanghiglia e consentono ai muli e ai cavalli di procedere con agio, senza appesantire le zampe nemmeno dopo una pioggia torrenziale. E anche io in questo modo, quando cammino sui marciapiedi ai lati della strada, sono al riparo dagli schizzi!

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